Giorno della Memoria 2021

Istituito con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, il Giorno della Memoria si celebra ogni anno il 27 gennaio, al fine di ricordare il dramma della Shoah e tutti coloro che sono stati vittima delle leggi razziali. Tra questi, anche i molti italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e quanti, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

In quest’anno segnato dall’emergenza sanitaria, non è stato possibile programmare il tradizionale Viaggio della Memoria, che dal 2005 il Comune di Padova propone per avvicinare gli studenti a questi temi e invitarli a farsi testimoni di quanto visto, ascoltato, pensato e provato.

In sostituzione, propone e segnala una serie di attività e di approfondimenti rivolti agli studenti delle scuole superiori della città, a cui i docenti possono aderire con le proprie classi. Le modalità di partecipazione sono specificate nel dettaglio di ciascun appuntamento.

Gli appuntamenti di Progetto Giovani

Martedì 19 gennaioLunedì 25 gennaioMartedì 26 gennaioMercoledì 27 gennaioLunedì 1 febbraioMartedì 2 febbraioVenerdì 5 febbraioMartedì 9 febbraio

Martedì 19 gennaio – 10:30

Presentazione del libro “KZ Lager”

a cura di Davide Romanin Jacur

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Davide Romanin Jacur presenta agli studenti il suo ultimo libro, “KZ Lager” (Ronzani editore, 2020).

“KZ Lager” è un libro che racconta un percorso attraverso ventitré campi di concentramento e di sterminio: da Bergen-Belsen a Buchenwald, da Dachau a Mauthausen, sino ad Auschwitz, luoghi dove Davide Romanin Jacur ha accompagnato, in oltre cinquanta viaggi, gruppi di studenti o adulti.

Un percorso in cui si intersecano due strade: una contraddistinta dall’ordine e dalla razionalità con le quali si descrivono i campi. La seconda è invece riflessiva, definisce la condizione emotiva dell’autore e traccia una sua riflessione personale. Il testo è corredato da fotografie, carte geografiche, e alcuni testi scritti dai ragazzi che hanno partecipato ai viaggi.

La presentazione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Lunedì 25 gennaio – 10:00

Padre Placido Cortese e Maria Borgato

a cura di Cristina Sartori

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Cristina Sartori ha incontrato la figura di padre Placido Cortese nel 2003 e, nel corso delle sue ricerche, ha avuto la possibilità di parlare personalmente con alcuni tra i suoi “collaboratori“, all’epoca giovani e giovanissimi, per lo più donne e studentesse, testimoni degli eventi più sconvolgenti del Novecento.

Padre Placido, francescano conventuale e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1937 al 1943, è una figura importante per la profonda umanità e l’impegno con cui si prodigò nel salvataggio di ebrei e perseguitati politici durante l’occupazione tedesca in Italia. Faceva stampare clandestinamente documenti falsi per i rifugiati, utilizzando foto «rubate» dagli ex voto della cappella dell’Arca in Basilica di sant’Antonio e, grazie all’aiuto dei suoi collaboratori organizzava la fuga. Membro del movimento di Resistenza FRA-MA attivo a Padova dopo l’8 settembre 1943, fu tradito e arrestato dalle SS la mattina dell’8 ottobre del 1944 e per cinquant’anni di lui non si seppe più nulla. Fino a quando preziose testimonianze di alcuni suoi collaboratori sopravvissuti ne riportarono a galla la vicenda eroica e venne avviata, nel 2002, la causa di beatificazione.

Una di queste staffette era Maria Borgato, nata a Saonara, nelle campagne del padovano, il 7 settembre 1898. Era una donna mite, ma la sua grande fede le donò temerarietà e forza di carattere tali da divenire importante riferimento nella catena di solidarietà di padre Placido organizzando, con la nipote Delfina, la fuga degli ex internati dei campi di lavoro di Saonara. Furono tradite e arrestate il 13 marzo 1944. Dopo la prigionia a Venezia e a Bolzano, Maria fu deportata a Ravensbrück, dove morì nelle camere a gas. Le compagne di prigionia che ebbero la fortuna di tornare, testimoniarono sulla sua fede incrollabile e sulla sua compassione e vicinanza, tanto che, anche per lei, è stata avviata la causa di canonizzazione.

La lezione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Martedì 26 gennaio – 10:30

Presentazione del libro “KZ Lager”

a cura di Davide Romanin Jacur

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Davide Romanin Jacur presenta agli studenti il suo ultimo libro, “KZ Lager” (Ronzani editore, 2020).

“KZ Lager” è un libro che racconta un percorso attraverso ventitré campi di concentramento e di sterminio: da Bergen-Belsen a Buchenwald, da Dachau a Mauthausen, sino ad Auschwitz, luoghi dove Davide Romanin Jacur ha accompagnato, in oltre cinquanta viaggi, gruppi di studenti o adulti.

Un percorso in cui si intersecano due strade: una contraddistinta dall’ordine e dalla razionalità con le quali si descrivono i campi. La seconda è invece riflessiva, definisce la condizione emotiva dell’autore e traccia una sua riflessione personale.

Il testo è corredato da fotografie, carte geografiche, e alcuni testi scritti dai ragazzi che hanno partecipato ai viaggi.

La presentazione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Mercoledì 27 gennaio – 9:00

La pietra e il ricordo

I contro-monumenti e i memoriali diffusi dedicati alla Shoah in Europa

a cura di Chiara Becattini

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Incontro di formazione dedicato ai monumenti e i memoriali della Shoah in Europa, con particolare riguardo ai progetti di memoria diffusa e i cosiddetti “countermonuments“, che lo storico americano James E. Young definisce come quei monumenti che rifiutano le caratteristiche tradizionali dell’arte memoriale pubblica, come la durevolezza, il figurativismo rappresentativo e la glorificazione del passato, privilegiando invece la relazione con lo spazio e con il pubblico affinché il compito di ricordare non venga esaurito dal monumento stesso ma assegnato a colui che lo guarda.

La lezione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Lunedì 1 febbraio – 10:00

Padre Placido Cortese e Maria Borgato

a cura di Cristina Sartori

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Cristina Sartori ha incontrato la figura di padre Placido Cortese nel 2003 e, nel corso delle sue ricerche, ha avuto la possibilità di parlare personalmente con alcuni tra i suoi “collaboratori“, all’epoca giovani e giovanissimi, per lo più donne e studentesse, testimoni degli eventi più sconvolgenti del Novecento.

Padre Placido, francescano conventuale e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1937 al 1943, è una figura importante per la profonda umanità e l’impegno con cui si prodigò nel salvataggio di ebrei e perseguitati politici durante l’occupazione tedesca in Italia. Faceva stampare clandestinamente documenti falsi per i rifugiati, utilizzando foto «rubate» dagli ex voto della cappella dell’Arca in Basilica di sant’Antonio e, grazie all’aiuto dei suoi collaboratori organizzava la fuga. Membro del movimento di Resistenza FRA-MA attivo a Padova dopo l’8 settembre 1943, fu tradito e arrestato dalle SS la mattina dell’8 ottobre del 1944 e per cinquant’anni di lui non si seppe più nulla. Fino a quando preziose testimonianze di alcuni suoi collaboratori sopravvissuti ne riportarono a galla la vicenda eroica e venne avviata, nel 2002, la causa di beatificazione.

Una di queste staffette era Maria Borgato, nata a Saonara, nelle campagne del padovano, il 7 settembre 1898. Era una donna mite, ma la sua grande fede le donò temerarietà e forza di carattere tali da divenire importante riferimento nella catena di solidarietà di padre Placido organizzando, con la nipote Delfina, la fuga degli ex internati dei campi di lavoro di Saonara. Furono tradite e arrestate il 13 marzo 1944. Dopo la prigionia a Venezia e a Bolzano, Maria fu deportata a Ravensbrück, dove morì nelle camere a gas. Le compagne di prigionia che ebbero la fortuna di tornare, testimoniarono sulla sua fede incrollabile e sulla sua compassione e vicinanza, tanto che, anche per lei, è stata avviata la causa di canonizzazione.

La lezione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Martedì 2 febbraio – 10:30

Presentazione del libro “KZ Lager”

a cura di Davide Romanin Jacur

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Davide Romanin Jacur presenta agli studenti il suo ultimo libro, “KZ Lager” (Ronzani editore, 2020).

“KZ Lager” è un libro che racconta un percorso attraverso ventitré campi di concentramento e di sterminio: da Bergen-Belsen a Buchenwald, da Dachau a Mauthausen, sino ad Auschwitz, luoghi dove Davide Romanin Jacur ha accompagnato, in oltre cinquanta viaggi, gruppi di studenti o adulti.

Un percorso in cui si intersecano due strade: una contraddistinta dall’ordine e dalla razionalità con le quali si descrivono i campi. La seconda è invece riflessiva, definisce la condizione emotiva dell’autore e traccia una sua riflessione personale.

Il testo è corredato da fotografie, carte geografiche, e alcuni testi scritti dai ragazzi che hanno partecipato ai viaggi.

La presentazione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Venerdì 5 febbraio – 10:00

[lezione originariamente prevista il 3 febbraio]

Se questa è una “memoria”

Il profilo della testimonianza diretta della Shoah dal punto di vista storico, linguistico e narratologico nell’opera di Primo Levi

a cura di Francesca Pangallo

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Primo Levi rappresenta oggi uno degli autori italiani più famosi, apprezzati e quindi tradotti all’estero, sebbene nel nostro Paese la sua produzione letteraria sia stata a lungo studiata soprattutto attraverso la lente del superstite e testimone della Shoah. Eppure, come dimostra la densa e variegata forma della sua opera, se da una parte l’attività di scrittura nasce in Levi certamente dall’urgenza della testimonianza, dall’altra si evolve rapidamente in una pratica di narrazione continuativa e qualitativamente superiore: già fra il primo libro testimoniale “Se questo è un uomo” (1947/1958) e il secondo, “La tregua” (1963)sussistono molteplici differenze a livello di composizione e di scelte stilistiche. Questa evoluzione è ancora più chiara se consideriamo la struttura e l’organizzazione del materiale memoriale nelle forme del racconto breve, da “Storie Naturali (1966) a “Il sistema periodico (1975) (per citare due delle molte raccolte di racconti pubblicate dall’autore in cui compare anche il tema del Lager), fino ovviamente all’ultima e più lucida analisi contenuta nel saggio “I sommersi e salvati” (1986).

Attraverso un’analisi in chiave comparata di quelle opere in cui l’autore descrive e problematizza più a fondo il nucleo tematico della persecuzione e dello sterminio nazisti, si intuisce quanto la necessità di render memoria di Auschwitz sia sempre stata accompagnata da una domanda fondamentale, di natura etica e metodologica, nello scrittore torinese: quale è infatti il medium linguistico e narrativo più efficace per tramandare ai posteri gli orrori della realtà concentrazionaria, e quale forma della narrazione dunque – tenendo conto delle sue componenti strutturali quali ad esempio i ruoli dei personaggi e la struttura l’intreccio – può esser la più appropriata per ritrarre in maniera autentica l’evento spartiacque nella storia dell’Occidente contemporaneo? Il rischio di cadere in considerazioni parziali o banali, o di ripiegare su toni emozionali e accattivanti per lo scrittore che si misura con una materia così problematica, è infatti molto elevato. L’intervento illustra come la testimonianza letteraria di Primo Levi sfrutti alcuni meccanismi della narrazione ripudiandone altri, ovvero come il suo ritratto dell’universo concentrazionario non sia riducibile allo schema “buoni contro cattivi”, né assimilabile al mito dell’eroe che supera molte e oscure peripezie per tornare a casa. Partendo dai suoi libri testimoniali più famosi, si toccheranno considerazioni di natura linguistica e narratologica rispetto alla tematica del Lager nell’opera di Levi, prendendo in considerazione il contesto storico in cui egli scrive e l’evoluzione dei toni e delle rappresentazioni relative alla Shoah dagli anni ’60 in poi. 

La lezione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Martedì 9 febbraio – 10:00

Se questa è una “memoria”

Il profilo della testimonianza diretta della Shoah dal punto di vista storico, linguistico e narratologico nell’opera di Primo Levi

a cura di Francesca Pangallo

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Primo Levi rappresenta oggi uno degli autori italiani più famosi, apprezzati e quindi tradotti all’estero, sebbene nel nostro Paese la sua produzione letteraria sia stata a lungo studiata soprattutto attraverso la lente del superstite e testimone della Shoah. Eppure, come dimostra la densa e variegata forma della sua opera, se da una parte l’attività di scrittura nasce in Levi certamente dall’urgenza della testimonianza, dall’altra si evolve rapidamente in una pratica di narrazione continuativa e qualitativamente superiore: già fra il primo libro testimoniale “Se questo è un uomo” (1947/1958) e il secondo, “La tregua” (1963)sussistono molteplici differenze a livello di composizione e di scelte stilistiche. Questa evoluzione è ancora più chiara se consideriamo la struttura e l’organizzazione del materiale memoriale nelle forme del racconto breve, da “Storie Naturali (1966) a “Il sistema periodico (1975) (per citare due delle molte raccolte di racconti pubblicate dall’autore in cui compare anche il tema del Lager), fino ovviamente all’ultima e più lucida analisi contenuta nel saggio “I sommersi e salvati” (1986).

Attraverso un’analisi in chiave comparata di quelle opere in cui l’autore descrive e problematizza più a fondo il nucleo tematico della persecuzione e dello sterminio nazisti, si intuisce quanto la necessità di render memoria di Auschwitz sia sempre stata accompagnata da una domanda fondamentale, di natura etica e metodologica, nello scrittore torinese: quale è infatti il medium linguistico e narrativo più efficace per tramandare ai posteri gli orrori della realtà concentrazionaria, e quale forma della narrazione dunque – tenendo conto delle sue componenti strutturali quali ad esempio i ruoli dei personaggi e la struttura l’intreccio – può esser la più appropriata per ritrarre in maniera autentica l’evento spartiacque nella storia dell’Occidente contemporaneo? Il rischio di cadere in considerazioni parziali o banali, o di ripiegare su toni emozionali e accattivanti per lo scrittore che si misura con una materia così problematica, è infatti molto elevato. L’intervento illustra come la testimonianza letteraria di Primo Levi sfrutti alcuni meccanismi della narrazione ripudiandone altri, ovvero come il suo ritratto dell’universo concentrazionario non sia riducibile allo schema “buoni contro cattivi”, né assimilabile al mito dell’eroe che supera molte e oscure peripezie per tornare a casa. Partendo dai suoi libri testimoniali più famosi, si toccheranno considerazioni di natura linguistica e narratologica rispetto alla tematica del Lager nell’opera di Levi, prendendo in considerazione il contesto storico in cui egli scrive e l’evoluzione dei toni e delle rappresentazioni relative alla Shoah dagli anni ’60 in poi. 

La lezione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo progettogiovani.scuola@comune.padova.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Altre proposte didattiche e formative

Le proposte della Comunità Ebraica di Padova

La Comunità Ebraica di Padova propone tre laboratori rivolti agli studenti delle scuole secondarie superiori, che possono essere svolti anche online o in modalità mista, a seconda delle esigenze dei singoli istituti.

L’ufficio Progetto Giovani offre agli istituti della città di Padova la possibilità di aderire gratuitamente alle proposte della Comunità per i primi dieci richiedenti. Per l’iscrizione, è necessario inviare una mail a museo@padoavebraica.it e, in copia, a progettogiovani.scuola@comune.padova.it.

I materiali della Fondazione Perlasca

La Fondazione “Giorgio Perlasca” mette a disposizione, sul proprio sito web, un ricco archivio di contenuti multimediali: approfondimenti, documenti, video e testimonianze possono essere utilizzati per integrare la didattica in classe o a distanza.

La Fondazione, inoltre, offre una serie di interventi per le scuole con esperti, storici e testimoni.

La conferenza dell'Istituto di Cultura Italo-Tedesco

Martedì 26 gennaio – 10:00

Riflessioni sul Giorno della Memoria e sui Giusti del Mondo

L’intervento propone un breve inquadramento storico di Klaus Mueller, seguito dalle riflessioni di Giuliano Pisani, per concludersi con la testimonianza di Gina Cavalieri.

Anche nelle pagine più buie della storia si può osservare un punto luminoso: lo accendono le persone che, pur sottoposte alla propaganda di odio, hanno saputo mantenere vigile la propria coscienza e si sono attivate, anche a rischio della vita, per proteggere e salvare i perseguitati dai piani genocidari messi in atto da governi aberranti. Li animava un sentimento di umana solidarietà e un profondo senso di giustizia, il concetto etico di giustizia, quello che presiede alle scelte, quello che fa dire e fare una cosa perché si sente che è giusto così. Non la giustizia dei tribunali, che è tale solo in riferimento a leggi giuste, ma è summa iniuria se applica norme aberranti come le leggi razziali. La frase di Hannah Arendt (There is always an option to say Yes or No, “si può sempre dire un sì o un no“) è la sintesi perfetta della scelta etica.

La lezione si svolge online. Per l’iscrizione è necessario inviare una mail all’indirizzo info@icit.it, indicando istituto di appartenenza e numero di studenti coinvolti.

Le cerimonie istituzionali

Le cerimonie si svolgono alla presenza delle sole autorità e nel rispetto delle norme sul distanziamento fisico che regolano le manifestazioni pubbliche. Pertanto, la partecipazione del pubblico non è consentita.

Cerimonia di scoprimento delle pietre d'inciampo

Giovedì 21 gennaio

Ore 10:30 – via delle Piazze, a seguire via S. Martino e Solferino
Ore 11:15 – piazza del Santo angolo via Orto Botanico

Cerimonia di scoprimento delle pietre d’inciampo realizzate dall’artista Gunter Demnig, a ricordo degli ebrei deportati nei campi di sterminio. Dal 2015 a oggi, a Padova sono state posate 28 pietre.

Quest’anno vengono posate quattro pietre, dedicate a Celina Trieste, Guido Usigli, Ester Giovanna Colombo e padre Placido Cortese.

Un approfondimento è disponibile qui.

Cerimonia per il Giorno della Memoria

Mercoledì 27 gennaio

Ore 10:30 – Tempio nazionale dell’Internato Ignoto

Il programma dettagliato sarà presto disponibile su www.padovanet.it.