La Fiera delle Parole 2015 per le scuole

Progetto Giovani alla Fiera delle Parole 2013

Di seguito la programmazione de La Fiera delle Parole per studenti o insegnanti delle scuole superiori.

Per informazioni e prenotazioni:

Ufficio Progetto Giovani
Mail: progettogiovani@comune.padova.it

Oltre all’attività desiderata, nella mail indicare:

  • Nome e Cognome del referente;
  • Indirizzo mail al quale essere contattati;
  • Numero di telefono (preferibilmente cellulare) per essere contattati.

Giovedì 8 ottobre  

MARCO BELPOLITI

Primo Levi di fronte e di profilo

con Enza del Tedesco

L’incontro è espressamente rivolto ai docenti e non agli studenti. A seconda delle adesioni sarà possibile fissarlo di mattina o di pomeriggio.

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Primo Levi di fronte e di profilo

Frutto di un lavoro ventennale, questo è un libro-universo, e l’universo è quello di Primo Levi, lo scrittore che negli ultimi settant’anni si è imposto come il testimone per eccellenza dello sterminio ebraico: la sua vita tormentata, la sua vicenda di scrittore e intellettuale, ma soprattutto la sua opera sfaccettata, complessa, ricchissima di temi, rimandi e suggestioni. È un libro-mosaico, in cui ogni opera di Levi dà il tema a un capitolo; ma oltre alla storia della composizione, della pubblicazione, delle influenze letterarie, l’analisi si muove in profondità nei contenuti, nell’immaginario, nelle passioni e nei molti mondi di Primo Levi: dalla chimica all’antropologia, dalla biologia all’etologia, dai voli spaziali alla linguistica. Se questo è un uomo, l’opera capolavoro che pure inizialmente era stata rifiutata, viene riletta in maniera nuova: si parla di sogni, animali, viaggio; di scrittura letteraria, commedia e tragedia; di vergogna, di memoria, del rapporto con altri scrittori come Kafka e Perec, Améry e Šalamov… Temi come l’ebraismo, il lager, la testimonianza percorrono e innervano tutto il libro, che si arricchisce inoltre di fotografie di grande impatto e di materiale epistolare ritrovato dall’autore in archivi finora non esplorati dagli studiosi.

Marco Belpoliti ha scritto il libro definitivo su Primo Levi, un tesoro di storie e riflessioni che compongono un saggio con il respiro di un’opera letteraria multiforme.

Marco Belpoliti, saggista e scrittore, ha curato le opere di Primo Levi e pubblicato diversi libri: Settanta, Diario dell’occhio, L’occhio di Calvino, Camera straniera. Alberto Giacometti e lo spazio, Il segreto di Goya. Condirettore della rivista-collana Riga (Marcos y Marcos) e di www.doppiozero.com, insegna all’Università di Bergamo e collabora a La Stampa e a L’Espresso.

Venerdì 9 ottobre | 09:00Palazzo della Ragione

MARCO BALZANO

L’ultimo arrivato

Incontro per gli studenti ma aperto al pubblico.

A seguire: incontro con i finalisti del Premio Campiello Giovani e presentazione del bando rivolto a giovani dai 15 ai 22 anni per la scrittura di un racconto con Marco Balzano e Emmanuela Carbè. In collaborazione con Fondazione Premio Campiello.

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ultimoarrivatoNegli anni Cinquanta a spostarsi dal Meridione al Nord in cerca di lavoro non erano solo uomini e donne pronti all’esperienza e alla vita, ma anche bambini a volte più piccoli di dieci anni che mai si erano allontanati da casa. Il fenomeno dell’emigrazione infantile coinvolge migliaia di ragazzini che dicevano addio ai genitori, ai fratelli, e si trasferivano spesso per sempre nelle lontane metropoli.

Questo romanzo è la storia di uno di loro,di un piccolo emigrante, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano. Come racconta lui stesso, «non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59, avevo nove anni e uno a quell’età preferirebbe sempre il suo paese, anche se è un cesso di paese e niente affatto quello dei balocchi».

Ninetto parte e fugge, lascia dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi di un bambino che non capisce più se è «picciriddu» o adulto si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé. Ad aiutarlo c’è poco o nulla, forse solo la memoria di lezioni scolastiche di qualche anno di Elementari. Ninetto si getta in quella città sconosciuta con foga, cammina senza fermarsi, cerca, chiede, ottiene un lavoro. E tutto gli accade come per la prima volta, il viaggio in treno o la corsa sul tram, l’avventurarsi per quartieri e periferie, scoprire la bellezza delle donne, incontrare nuovi amici, esporsi all’inganno di chi si credeva un compagno di strada, scivolare fatalmente in un gesto violento dalle conseguenze amare. In quel teatro sorprendente e crudele, col cuore stretto dalla timidezza, dal timore, dall’emozione dell’ignoto, trova la voce per raccontare una storia al tempo stesso classica e nuova. E questa voce, con la sua immaginazione e la sua personalità, la sua cadenza sbilenca e fantasiosa, diventa quella di un personaggio letterario capace di svelare una realtà caduta nell’oblio, e di renderla di nuovo vera e vitale.

Marco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante. Con questo romanzo ha vinto il Premio Campiello 2015 ed è finalista del Premio Paolo Volpini per l’impegno civile. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie Particolari in controsenso (Lieto Colle, Premio Gozzano). Nel 2008 è uscito il saggio I confini del sole. Leopardi e il Nuovo Mondo (Marsilio, Premio Centro Nazionale di Studi Leopardiani). Il suo primo romanzo è Il figlio del figlio (Avagliano 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012), tradotto in Germania presso l’editore Kunstmann. Con Sellerio ha pubblicato Pronti a tutte le partenze (2013) e L’ultimo arrivato (2014).

Venerdì 9 ottobre | 09:00 – Sala Paladin, Palazzo Moroni

ENNIO REMONDINO

Web: più informazione o più bugie?

Incontro riservato agli studenti. L’istituto può ospitare studenti provenienti da altre scuole.

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Ha iniziato a lavorare come giornalista nella carta stampata e resiste da trenta interminabili anni in Rai. Metà della sua vita professionale dedicata al giornalismo investigativo, diventa reporter di guerra per esilio. Dopo tante Br, stragi, mafia, trame spionistiche, inciampa sui rapporti tra Cia e P2 ed “ottiene” il licenziamento dell’allora direttore del Tg1 Nuccio Fava, la cacciata del capo redattore Roberto Morrione e la sua destinazione all’estero. Si vanta dell’intervista alle “Br” (Curcio, Moretti, Balzerani), con l’annuncio del superamento della lotta armata e l’illusione di aver salvato qualche vita. Ha imparato il siciliano dal suo amico Tommaso Buscetta per arrivare alla sola intervista mai realizzata al boss Tano Badalamenti. Di Licio Gelli, George Bush, Francesco Cossiga e Giulio Andreotti (inchiesta Cia-P2) non ama sentir parlare. Ha amato invece la Sarajevo dei 4 anni d’assedio giocando al bersaglio e ha trescato con tutto il resto dei macelli balcanici, con qualche occasionale tradimento verso Iraq, Afghanistan, Palestina e Libano. Odia la guerra ma le guerre e i casini sembra amino lui.

Corrispondente estero da più di dieci anni, è stato responsabile degli uffici Rai a Belgrado per sette anni (con l’aggiunta di un anno di imperio anche su Gerusalemme e Il Cairo), due anni di esilio a Berlino, poi da Istanbul ha raccontati i territori dell’ex Impero Ottomano.

Venerdì 9 ottobre | 11:00 – Palazzo della Ragione

DACIA MARAINI

Una vita tra le parole

Dialogo con Paolo di Paolo

Incontro per gli studenti ma aperto al pubblico.

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I temi caratteristici della sua produzione (la condizione storica e sociale della donna, l’infanzia, il riscatto politico dei reietti e dei disadattati, l’alienazione e frustrazione femminili nella società contemporanea), le hanno fatto privilegiare uno stile chiaro e realistico, con un forte interesse anche per il versante della documentazione.

Autrice poliedrica, si è segnalata inizialmente con il romanzo L’età del malessere (1963). Ha scritto in seguito numerose opere narrative: Memorie di una ladra (1972); Donna in guerra (1975); Isolina (1985); La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, premio Campiello 1990); Bagheria (1993); Un clandestino a bordo (1993); Voci (1994), premio internazionale Flaiano; Dolce per sé (1997); il volume di racconti Buio (1999); La nave per Kobe (2001); i romanzi Colomba (2004). Nel 2007 ha pubblicato Il gioco dell’universo, in cui rilegge gli scritti del padre ricostruendone il percorso intellettuale ed esistenziale, e Passi affrettati, dedicato al tema della violenza sulle donne, dal quale l’anno successivo è stato tratto lo spettacolo, da lei scritto e diretto, messo in scena in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne; al 2008 è datato anche Il treno dell’ultima notte in cui, seguendo la vicenda privata della protagonista, si ripercorrono alcuni dei momenti più tragici della storia del Novecento. Tra le opere successive occorre ancora citare: La ragazza di via Maqueda (2009), in cui si intrecciano le storie di personaggi emblema di una generazione formatasi dopo la seconda guerra mondiale, con le loro illusioni e delusioni, emblema di un’Italia in fermento; la raccolta di scritti di viaggio La seduzione dell’altrove (2010), che propone al contempo un percorso critico tra le contraddizioni e gli egoismi della società italiana; La grande festa (2011), sofferta indagine onirica sul valore del ricordo. È inoltre autrice di saggi (Storia di Piera, 1980, in collab. con P. Degli Esposti; Amata scrittura, 2000), raccolte di versi (Viaggiando con passo di volpe, 1991; Se amando troppo, 1998), opere teatrali (Il ricatto a teatro e altre commedie, 1970; Dialogo di una prostituta con un suo cliente, 1978; Stravaganza, 1987; Veronica, meretrice e scrittora, 1992; Fare teatro: 1966-2000, 2000, che raccoglie gran parte della sua opera teatrale) e sceneggiature, oltre che regista cinematografica e teatrale. Nel 2012 è stata insignita del premio Fondazione Campiello alla carriera; nello stesso anno ha pubblicato la favola a fumetti La notte dei giocattoli, illustrata da D. Bonomo, e il libro di racconti L’amore rubato, mentre è del 2013 la biografia Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza.

Venerdì 9 ottobre | 12:00 – Liceo Duca D’Aosta

EMMANUELA CARBÈ

Imprevisti e probabilità. Un percorso tra le carte d’autore

Incontro riservato agli studenti.

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Maria Corti, celebre studiosa e scrittrice, nel 1969 fondò il Centro manoscritti di autori moderni e contemporanei di Pavia, dove si raccolgono, tra gli altri, autografi di Montale, Saba, Calvino, Meneghello, Ginzburg, Zanzotto. In occasione del centenario della sua nascita, si propone agli studenti un percorso tra le carte d’autore, per scoprire come la scrittura sia prima di tutto un lavoro artigianale, fatto di ripensamenti, prove, tentativi e correzioni.

Emmanuela Carbè è nata nel 1983 a Verona. Ha conseguito un dottorato in Filologia moderna all’università di Pavia con una tesi su Fausta Cialente e collabora attualmente con lo stesso ateneo. Nel 2002 ha vinto il Premio Campiello Giovani. Mio salmone domestico. Manuale per la costruzione di un mondo, completo di tavole per esercitazioni a casa è il suo primo romanzo. Nel 2015 ha partecipato all’antologia L’età della febbreStorie di questo tempo (minimum fax).

Sabato 10 ottobre | 9:00Palazzo della Ragione

NICOLA GARDINI

Il valore dei silenzi. Interpretare anche l’inudibile e l’invisibile

Incontro per gli studenti ma aperto al pubblico.

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gardini_lacunaLa nozione di «lacuna», assunta a principio di metodo, serve a ridefinire concetti cardinali come scrittura, testo, trama, lettura, stile, realtà e realismo, verità, conoscenza, piacere, interpretazione, impegno, libertà, e il complesso rapporto tra letteratura e vita. Gardini raccoglie e analizza un’affascinante varietà di fonti (Aristotele, Platone, Cicerone, Seneca, Dante, Manzoni, Stendhal, Flaubert, Proust, Henry James, Virginia Woolf, Nietzsche, Thomas Mann, Conan Doyle, Simenon, Yourcenar ecc.), collegando gli esempi in sorprendenti sintesi e scoperte. Ne esce per la prima volta il profilo di un’estetica fondativa, lunga secoli. Ma soprattutto risulta che il lacunoso è uno dei paradigmi piú vivaci della nostra immaginazione, e un bene da coltivare. Con Lacuna Gardini afferma con vigore la missione conoscitiva della letteratura e, al tempo stesso, fornisce una prova saggistica molto originale, coniugando l’impegno nella ricerca alla chiarezza.

Nicola Gardini ha pubblicato i saggi Com’è fatta una poesia (Sironi, 2007), Rinascimento (Einaudi, 2010), Per una biblioteca indispensabile (Einaudi, 2011) e Lacuna (Einaudi, 2014); i romanzi Così ti ricordi di me (Sironi, 2003), Lo sconosciuto (Sironi, 2007 e BEAT 2012), Le parole perdute di Amelia Lynd (Feltrinelli, 2012, Premio Viareggio 2012 e Premio Zerilli Marimò-City of Rome 2012) e Fauci (Feltrinelli, 2013); il memoir I baroni (Feltrinelli, 2009 e 2012) e la novella in formato ebook Girl (Feltrinelli, 2013); varie raccolte di poesia, tra le quali: La primavera (in Nuovi Poeti Italiani 4, Einaudi, 1995), Atlas (Crocetti, 1998), Le nuvole (Crocetti, 2007), Le parti dell’amore (sedizioni, 2010) e Stamattina (Ladolfi, 2014); e numerose traduzioni letterarie, dall’inglese, dal latino e dal greco. Collabora con il Domenicale del «Sole 24 ore». È professore di letteratura italiana e comparata all’Università di Oxford e Fellow di Keble College.

Sabato 10 ottobre | 10:00 – Palazzo della Ragione

LUCIA MARCHETTI

Vi racconto l’Universo: una storia di luci e ombre provenienti dallo spazio

Incontro riservato agli studenti. Nell’ambito delle celebrazioni internazionali dell’anno della luce 2015.

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L’Anno Internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla luce (IYL 2015, http://light2015.org) è un’iniziativa globale adottata per il 2015 dalle Nazioni Unite (A/RES/68/221) per aumentare la consapevolezza di come le tecnologie legate alla luce (ad esempio laser, LED, fibre ottiche, etc…) possano promuovere uno sviluppo sostenibile e fornire soluzioni alle sfide mondiali in materia di energia, istruzione, agricoltura, comunicazione e salute. Con l’UNESCO come ente capofila l’IYL 2015 promuove una maggiore comprensione pubblica e politica riguardo il ruolo centrale della luce nel mondo moderno ed allo stesso tempo celebra anniversari degni di nota. Nel 2015 si ricordano infatti i primi studi di ottica svolti circa 1000 anni fa e si arriva fino alle recenti scoperte nel campo delle comunicazioni ottiche e delle tecnologie Internet.

In questo contesto si colloca la campagna educativa e di sensibilizzazione “Cosmic Light” promossa dall’Unione Internazionale di Astronomia (IAU). Questa campagna informa il grande pubblico sull’importanza della luce nell’ambito degli studi astronomici. Nello stesso tempo sensibilizza verso il problema dell’inquinamento luminoso che rappresenta non solo un ostacolo allo studio del cielo, ma pure uno spreco di energia facilmente evitabile con un utilizzo “intelligente” dell’illuminazione pubblica.

L’intervento prevede di toccare tutti questi argomenti. Nel contempo fornirà una panoramica sulla storia dell’Universo raccontata tramite la luce proveniente dai diversi corpi celesti e rispondendo a domande quali: “Come studiamo e interpretiamo la luce del cosmo? Cosa ci racconta? Come possiamo preservarla?”

Lucia Marchetti, dopo aver ottenuto il PhD in astronomia presso l’Università di Padova, è ricercatore associato in Astronomia presso la Open University, Milton Keynes, in Regno Unito. Per la sua università è project manager per le attività dell’Anno Internazionale della Luce. Da anni partecipa a progetti internazionali è ha pubblicato numerose ricerche.

Sabato 10 ottobre | 10:10 – Liceo Classico “T. Livio”

ALESSANDRO MARI

L’anonima fine di Radice Quadrata

Incontro riservato agli studenti.

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radicequadrata_mari“Sei una radice quadrata senza il numero dentro.” Sofia, sedici anni, studentessa svagata e blogger pungente, si sente rivolgere questo insulto ma non lo capisce. Abituata ad avere l’ultima parola, decide che Radice Quadrata sarà il soprannome del compagno che l’ha insultata. Lui è quello che non ride, quello che vive in un mondo di silenzi e taccuini chiusi con l’elastico. Prima solo curiosa, poi travolta da una vera ossessione, Sofia comincia a pedinare Radice Quadrata dopo la scuola, in mezzo a casermoni grigi, sotto la pioggia che batte impietosa la città. E tra corse in bici e appostamenti finisce per imparare più cose di sé che del ragazzo senza nome. Intanto un professore entusiasta chiede alla classe di scrivere dei racconti edificanti alla maniera di Cuore, storie di nuovi e giovani eroi. Intanto ci sono feste e piccoli amori che subito si sciolgono in disamori. Intanto non smette di piovere, e l’acqua gonfia ogni cosa. Ci vorrà una tragedia che coinvolge l’intera scuola perché Sofia riesca a scalfire il mistero di Radice Quadrata, vedendosi rovinare addosso il segreto doloroso e vivo di un ragazzo che ha paura di tante cose, ma non di quello che prova.

Alessandro Mari è nato nel 1980 a Busto Arsizio. Si è laureato con una tesi su Thomas Pynchon. Ha cominciato giovanissimo a lavorare per l’editoria, come lettore, traduttore e ghostwriter. Con Troppo umana speranza(Feltrinelli, 2011; premio Viareggio-Rèpaci 2011; Universale Economica, 2013), la sua prima opera narrativa, si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica. Con Feltrinelli ha pubblicato anche Gli alberi hanno il tuo nome (2013) e, nella collana digitale Zoom, il romanzo a puntate Banduna; per Feltrinelli “Kids” ha tradotto la Regina delle ombre (2008) di Marcus Sedgwick e Ninevah e i sette (2010) di Caro King. Il suo ultimo romanzo è L’anonima fine di Radice quadrata (Bompiani, 2015). È autore e conduttore di Effe come festival per LaEffe.

Sabato 10 ottobre | 11:00Palazzo della Ragione

VALERIO MASSIMO MANFREDI

Le meraviglie del mondo antico

Lectio magistralis per gli studenti ma aperta al pubblico.

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manfredi_meraviglieLa Grande Piramide di Cheope a Giza, immensa dimora di riposo eterno per il faraone e monumento di tale titanica complessione da sfidare sotto certi aspetti l’umana comprensione: la più antica fra le Sette Meraviglie e l’unica che sopravvive ancora oggi. I Giardini Pensili sospesi sul paesaggio di Babilonia, costruiti da un grande monarca per la sposa che aveva nostalgia delle sue montagne boscose: la più evanescente delle Sette Meraviglie, quella più fantasmatica, invano cercata e inseguita da archeologi e poeti, da epigrafisti e indagatori delle antiche fonti. E poi l’Artemision di Efeso, gigantesco tempio dedicato al culto della dea Artemide, voluto dal munifico re di Lidia Creso. Il Colosso di Rodi, l’enorme statua di bronzo che sorgeva su una piccola isola in mezzo al mare. E ancora, il Mausoleo di Alicarnasso, la monumentale tomba dove riposava il satrapo Mausolo, nell’attuale Bodrum, in Turchia. Il Faro di Alessandria in Egitto, che una volta indicava la via alle mille imbarcazioni che si avvicinavano a quel porto favoloso. E la statua di Zeus a Olimpia, grandiosa creazione del mitico scultore Fidia. Sono queste le Sette Meraviglie del mondo antico. Già indicate come tali diversi secoli prima della nascita di Cristo, furono contemporaneamente visibili solo nel periodo fra il 300 e il 227 a. C; successivamente andarono a una a una distrutte per cause diverse, salvo appunto l’inattaccabile Piramide di Cheope, scalfita soltanto dalle mani distruttrici degli uomini.

Valerio Massimo Manfredi, topografo del mondo antico, ha insegnato in università italiane e straniere e ha condotto spedizioni scientifiche in molte località del Mediterraneo. Ha pubblicato numerosissimi saggi e opere di narrativa di enorme successo in Italia e nel mondo. È il più importante romanziere storico oggi in Italia.

Sabato 10 ottobre | 12:15 – Liceo Classico “T. Livio”

RAFFAELE RIBA

L’istinto di narrare

Incontro riservato agli studenti. In collaborazione con Scuola Holden.

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Passiamo più tempo immersi in un universo di finzione che nel mondo reale. «L’isola che non c’è» è la nostra vera nicchia ecologica, il nostro habitat. Nessun altro animale dipende dalla narrazione quanto l’essere umano, lo «storytelling animal».
Questo strano comportamento, che ci porta a mettere al centro della nostra esistenza cose che non esistono, è innato e antichissimo; ci sono segni di finzione fin dai primordi dell’umanità e basta osservare un bambino nel suo quotidiano gioco del «facciamo finta che» per capire che si tratta di un istinto primordiale, che ha già dentro di sé quando viene al mondo. Ma a che scopo?

Jonathan Gottschall studia la narrazione da molti punti di vista e ha un’idea originale e affascinante per spiegare come si sia sviluppata questa strana abilità. Appoggiandosi, da letterato, alle ricerche più avanzate della biologia e delle neuroscienze, Gottschall evoca i ben tangibili vantaggi del mondo fantastico, e lo fa con il piglio del grande narratore. Raccontando storie, ad esempio, i bambini imparano a gestire i rapporti sociali; con le fantasie a occhi aperti esploriamo mondi alternativi che sarebbe troppo rischioso vivere in prima persona, ma che risulteranno utilissimi nella vita reale; nei romanzi e nei film cementiamo una morale comune che permette alla società di funzionare col minimo possibile di contrasti; e poi è provato che la letteratura ci cambia, fisicamente e in meglio. Qualsiasi insegnante sa bene che per far comprendere un concetto bisogna vestirlo di una trama. Il potere universale della finzione è probabilmente la nostra caratteristica più distintiva, il segreto del nostro successo, ciò che ha reso l’uomo un animale diverso dagli altri, permettendo a lui solo di vivere contemporaneamente molte vite, accumulare esperienze diverse e costruire il proprio mondo con l’incanto dell’invenzione.

Raffaele Riba è nato a Cuneo nel 1983. Vive a Torino dove lavora come redattore presso la scuola Holden. Ha pubblicato diversi racconti tra cui L’eloquenza delle nature morte su «Watt» 0,5 (2012) e La storia di Cinzia nella raccolta 100 storie per quando è troppo tardi (Feltrinelli, 2012). Con Un giorno per disfare, il suo primo romanzo, ha vinto il Premio Zocca.

Sabato 10 ottobre | 16:00 Scuola della Carità

MARCO ROSSI DORIA

Scuola è mondo

con Giulia Tosoni e Enrica Ricciardi

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rossi doria”Quando uno fa l’insegnante, in particolare se fa il maestro elementare, l’aspetto prevalente del mestiere riguarda la quotidianità della relazione educativa e dell’apprendimento dei bambini: come stanno, a quali azioni e rituali partecipano, quali operazioni mentali, fisiche e emotive svolgono con gli altri e da soli, che cosa e come imparano… Ti svegli la mattina, vai a scuola, stai con i ragazzini in una classe, non una tantum o per un periodo, ma ogni giorno e per anni; e fai, osservi, ascolti, proponi, porti avanti, come adulto esperto di apprendimento che guida bambini a imparare. Nel fare questo – è inevitabile e anche molto bello – continui a imparare a tua volta e devi lasciare che ciò avvenga, accoglierlo. Sei ogni volta un teorico in azione e un pratico che si chiede se va bene o no, che aggiusta il tiro, corregge, aggiunge, toglie”. In queste parole c’è la filosofia e la guida dell’appassionante viaggio di Marco Rossi-Doria nella nostra scuola. Com’è. E come dovrebbe essere.

Marco Rossi-Doria, maestro elementare, ha insegnato nelle scuole italiane all’estero tra il 1984 e il 1990: prima a Richmond (California, USA), poi a Parigi e a Nairobi. Co-fondatore del progetto Chance, ha portato la sua esperienza in commissioni di studio, nella delegazione italiana all’Onu e in incarichi di governo (è stato Sottosegretario all’Istruzione nel Governo Monti dal novembre 2011 al marzo 2013 e nel Governo Letta dal maggio 2013 al febbraio 2014). Tra i suoi molti libri, Di mestiere faccio il maestro (1999) e Con l’altro davanti, con C. Pontecorvo (2014).

Sabato 10 ottobre | 18:00 – Scuola della Carità

GIUSI MARCHETTA

Lettori si cresce

CHRISTIAN RAIMO

Tranquillo prof, la richiamo io

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Lettori si cresce

marchetta_lettoriContagiare i ragazzi con l’entusiasmo della lettura è possibile. È come giocare una partita: si vince solo se avremo scelto bene le nostre carte. Hanno dodici, quindici, sedici anni. Sono insicuri, confusi, hanno dubbi su tutto. Meno che su una cosa: leggere è noioso, difficile e non rende felici. Leggere, insomma, non serve a niente. I ragazzi fuggono dalla pagina scritta: le storie le trovano in tv, le informazioni su Google, e la bellezza se la cercano addosso. Pensare di poterne fare esperienza attraverso le parole che si trovano nei libri, nei fumetti, nelle riviste, è un’idea che non li sfiora neppure. Verrebbe quasi voglia di arrendersi e lasciarli andare. Oppure no. Dopo aver narrato la scuola nel romanzo L’iguana non vuole, Giusi Marchetta mette a frutto la sua esperienza di insegnante e di lettrice appassionata per raccontare agli altri insegnanti, ai genitori e anche ai ragazzi – ai quali queste pagine spigliate danno del tu – che il desiderio di leggere si può trasmettere. Certo, dire che leggere è bello, divertente, interessante, non può bastare. Servono pazienza e immaginazione. Ma l’amore per i libri può contagiare. Con un montaggio serratissimo che accosta ricordi d’infanzia, riferimenti letterari – da Dante a Hornby, da Calvino a King – ed esperimenti di didattica, Giusi Marchetta ci regala un libro intenso sui nostri ragazzi, e sul dovere che abbiamo di farli innamorare della lettura. Perché leggere, dopotutto, può cambiare la vita.

Giusi Marchetta, nata a Milano nel 1982, è cresciuta a Caserta, poi si è trasferita a Napoli. Oggi vive a Torino dove è insegnante. Per Terre di Mezzo ha pubblicato le raccolte di racconti Dai un bacio a chi vuoi tu (2008), con la quale ha vinto il Premio Calvino, e Napoli ore 11 (2010). Il suo primo romanzo, L’iguana non vuole, è stato pubblicato nel 2011 da Rizzoli. Nel 2015 è uscito, per Einaudi, Lettori si cresce.

Tranquillo prof, la richiamo io

raimo_profChe succede quando è il professore a essere impreparato? Quando le note disciplinari stanno scritte negli occhi di tutta la classe? Irresistibili, caustici e irriverenti, questi «frammenti di un discorso scolastico» sono una commedia contemporanea paradossale ed estrema. Un divertentissimo, spietato, dolente, manuale di educazione alla rovescia.Le interrogazioni, i compiti, il tempo che non passa mai, sono gli incubi di qualunque studente. Tranne che in questo libro, dove è il professore a non essere preparato. Nato su Facebook e diventato molto rapidamente un fenomeno virale, Tranquillo prof, la richiamo io racconta di un docente non autorevole, spaventato, in cerca di riconoscimento, alle prese con degli studenti straordinariamente precisi, attenti, consapevoli del proprio ruolo. Attraverso telefonate, mail, sms, appuntamenti in chat, si srotola una divertentissima quanto atipica e struggente storia d’amore: con tanto di innamorato respinto (il prof), amata sfuggente (la classe), attacchi di gelosia (per la supplente) e paura dell’abbandono (ogni volta che una vacanza si avvicina)… Sembra il mondo alla rovescia, invece è la rappresentazione clinica della crisi dei presunti adulti, personaggi fragili e alla deriva. Una tragicommedia surreale. Una buffissima operetta morale.

Christian Raimo (1975) è nato a Roma, dove vive e insegna. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte di racconti Latte (2001), Dov’eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro? (2004) e Le persone, soltanto le persone (2014). Insieme a Francesco Pacifico, Nicola Lagioia e Francesco Longo – sotto lo pseudonimo collettivo di Babette Factory – ha pubblicato il romanzo 2005 dopo Cristo (Einaudi Stile Libero, 2005). Ha anche scritto il libro per bambini La solita storia di animali? (Mup, 2006) illustrato dal collettivo Serpe in seno. È un redattore di «minima et moralia» e «Internazionale». Nel 2012 ha pubblicato per Einaudi Il peso della grazia (Supercoralli) e nel 2015 Tranquillo prof, la richiamo io (L’Arcipelago). È fra gli autori di Figuracce (Einaudi Stile Libero 2014).

Per informazioni

Ufficio Progetto Giovani
via Altinate, 71 – 35121 Padova
Tel: 049 820 4746
Mail: progettogiovani@comune.padova.it