Marco Magini a “Da giovani promesse…”

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Inauguriamo la terza edizione di “Da giovani promesse, a soliti stronzi, per finire venerati maestri?” – il ciclo di incontri con la narrativa italiana esordiente e under 35 di Progetto Giovani – con la presentazione di “Come fossi solo”, il romanzo di esordio di Marco Magini.

Pubblicato da Giunti a gennaio 2014, è già diventato un caso editoriale per la sua scrittura potente ed emotiva.

L’appuntamento è mercoledì 7 maggio, alle 18:30 al Centro Universitario di via Zabarella – Palazzo Trevisan a Padova.

Finalista lo scorso anno del Premio Calvino, dove ha ricevuto la menzione speciale della giuria, Come fossi solo è stato candidato al Premio Strega 2014 da Maria Rosa Cutrufelli e Piero Gelli ed è ora finalista nella dozzina.

Con l’autore dialogherà Francesco Chiamulera, giornalista, ideatore e responsabile, con Vera Slepoj e Alberto Sinigaglia, di “Una Montagna di Libri”, gli incontri con l’autore di Cortina, e del Premio Cortina d’Ampezzo per la letteratura.

Come fossi solo

A Srebrenica l’unico modo per restare innocenti era morire. Marco Magini, l’autore di questo romanzo, era un ragazzo durante l’ultima guerra di Jugoslavia, quando i telegiornali raccontavano un conflitto di violenza indicibile, quando, per la prima volta, sentì pronunciare il nome di Dražen Erdemovic. A sua volta solo un giovane uomo. Più precisamente, un ventenne costretto a combattere una guerra voluta da un’altra generazione, messo davanti alla storia o Storia: quella che cambia i confini, le politiche e le possibilità. Quella che, certe volte, ti porta a dovere prendere una scelta, comunque dolorosa, come in un’antica tragedia greca. Da qui, da un incontro doloroso, nasce la vicenda di questo romanzo che racconta il più grave dei fatti storici seguiti in Europa alla conclusione della seconda guerra mondiale: la strage di Srebrenica.

E, naturalmente, il dramma di molte coscienze costrette a rinunciare a un cammino di giustizia. La scelta di uno dei più drammatici momenti della storia europea recente, insieme al modo emotivamente coinvolgente di raccontarlo, fanno di questo testo un testo speciale. La rievocazione del massacro e del successivo processo presso il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia è affidata a tre voci che si alternano in una partitura ben scandita.

La voce del magistrato spagnolo Romeo González che rievoca lo svolgersi del processo seguito, evidenziando le motivazioni non sempre etiche e limpide che determinano una sentenza. Nell’eterno dibattersi tra ubbidire a leggi fratricide o ribellarsi appellandosi ai diritti inviolabili dell’uomo, viene fuori solo un’immagine povera e burocratica dell’esercizio della legge. Al giudice González si affiancano le voci di Dirk, casco blu olandese di stanza a Srebrenica, rappresentante del contingente Onu colpevole di non avere impedito la strage, e quella del soldato serbo-croato Dražen Erdemovic, vero protagonista della storia, volontario nell’esercito serbo, che fu l’unico a confessare di avere partecipato al massacro, l’unico processato e condannato.

Per innamorarsi ancora del futuro le nuove generazioni dovranno fare i conti con il passato scomodo di anni a noi vicini.

Marco Magini è nato ad Arezzo nel 1985. Si è laureato in Politica Economica Internazionale alla London School of Economics. Per motivi di studio e di lavoro ha vissuto in Canada, Stati Uniti, Belgio, Turchia e India. Oggi vive e lavora a Zurigo dove si occupa di cambiamento climatico ed economia sostenibile.

Francesco Chiamulera è nato a Belluno nel 1985 ed è cresciuto a Cortina d’Ampezzo. Laureato in Storia contemporanea, relatore Giovanni Sabbatucci, ha condotto ricerche e studi sulla Storia della cultura americana presso la Boston University (Massachusetts). Collabora con il “Corriere del Veneto” e con “Il Fatto Quotidiano del Lunedì”, ed è nella redazione di Agenda Liberale. È responsabile di “Una Montagna di Libri”, gli incontri con l’autore di Cortina. Ha pubblicato Candidato Reagan (Nino Aragno Ed.).