A cura di
Giacomo Comiati e Rino Modonutti – Università degli Studi di Padova
Destinatari
Classi I-II-III-IV-V
Quando
Tra novembre e dicembre 2024
Dove
Istituto scolastico o Centro Culturale Altinate San Gaetano
Modalità
Lezione frontale
Durata
2 ore
Gli interventi
I relatori propongono tre lezioni, che possono essere seguite anche singolarmente.
Petrarca è l’autore del medioevo di cui sappiamo di più in assoluto. Grazie alle moltissime notizie che lui stesso ci dà di sé e di tutto quello che faceva possiamo seguirne i passi quasi ora per ora per quasi tutto il corso della sua vita. Ma molte delle informazioni che ci offre sono volontariamente lacunose, sfocate, o addirittura finte: talvolta a causa di comprensibili errori o distrazioni umane, altre volte per volontaria manipolazione o alterazione delle notizie. In più occasioni l’autore è volontariamente reticente e spesso mente in modo deliberato.
Se ne erano accorti non solo i suoi commentatori rinascimentali, che talvolta hanno cercato di giustificarlo e talaltra si sono impegnati fino all’assurdo per correggerne le apparenti sviste, ma anche alcuni dei suoi contemporanei. Tra essi c’era già chi si chiedeva se la menzogna più grande che Petrarca avesse raccontato riguardasse l’esistenza della sua amata. Laura era una persona vera? O Petrarca si era inventato tutto?
Questa lezione si prefigge di guardare al poeta principe della nostra letteratura con altri occhi e provare a smascherare alcune delle bugie che ha voluto raccontare ai suoi lettori per secoli.
Può sorprendere, ma molti testi della letteratura italiana (scritti originariamente in volgare), dalla “Divina Commedia” al “Principe” di Machiavelli, dall’“Orlando Furioso” ai “Canti” di Leopardi, sono stati tradotti in latino ad un certo punto della loro storia da altri autori italiani (oltre che europei). I motivi che hanno spinto questi autori a dedicarsi a un tale esercizio linguistico sono i più vari. Tra i poeti che sono stati tradotti di più in latino c’è Petrarca.
Scoprire di più a proposito di questo affascinante fenomeno permetterà non solo di conoscere un lato particolare (e parzialmente nascosto) della storia letteraria italiana (si potrebbe scrivere una storia della fortuna di certi autori grazie alle traduzioni che sono state fatte dei loro testi), ma anche approfondire la conoscenza dei testi originari tradotti, perché bisogna conoscere a fondo un testo poetico prima di poterlo rendere in una nuova lingua.
Con gli studenti che lo desiderano, è possibile dar vita a un piccolo laboratorio traduttorio per provare a latinizzare insieme un sonetto di Petrarca, dopo averne considerato ogni elemento testuale e dopo aver studiato le traduzioni precedenti già composte.
Per il pubblico contemporaneo, il profilo letterario di Giovanni Boccaccio è inestricabilmente legato al Decameron. Tuttavia almeno fino al Cinquecento, non è stato il Centonovelle la sua opera di maggiore successo. Le sue opere biografiche ed erudite in latino godettero infatti di un’enorme fortuna ed ebbero un’influenza fondamentale e capillare sulla cultura italiana ed europea.
Si tratta del “De mulieribus claris”, del “De casibus virorum illustrium”, della “Genealogia deorum gentilium” e anche di un asciutto dizionario geografico come il “De montibus”. La loro capillare diffusione (copie manoscritte, edizioni a stampa, continuazioni, traduzioni) è la più evidente prova del ruolo decisivo del Boccaccio nello sviluppo della cultura umanistica, sulla via tracciata dal magistero di Petrarca, ma secondo percorsi propri e innovativi.
Come partecipare
Per partecipare è necessario compilare l’apposito modulo online entro il 30 settembre.
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