
Martedì 24 maggio, la rassegna “Da giovani promesse…” riparte fin dal pomeriggio con un seminario di approfondimento e prosegue con due presentazioni serali.
Alle 17:00, il seminario a cura di Alessandra Grandelis e Federica Ditadi parte dalle lettere scritte da Alberto Moravia tra il 1926 e il 1940, per discutere due diverse stagioni della giovinezza dell’intellettuale.
Dalle 19:00, il secondo ospite internazionale, la scozzese Kerry Hudson, racconta in anteprima italiana il suo romanzo d’esordio “Tutti gli uomini di mia madre“, assieme a Giulio D’Antona; la traduzione dall’inglese è a cura di Francesca De Zotti. Successivamente, Simone Giorgi ci parla del suo “L’ultima famiglia felice“; con lui dialoga Sara Vergot.
“Tutte le famiglie felici si assomigliano, ciascuna famiglia infelice è infelice a modo suo”. Il celebre incipit tolstojano ci guida in questo incontro: un’esplorazione della famiglia, in tutte le sue forme e le sue fragilità, nei suoi momenti di grazia e nelle sue crepe, a volte invisibili ma non per questo meno dolorose. Il tutto con ironia, profondità e leggerezza.
Il seminario si svolgerà presso il Centro Universitario di via Zabarella. Gli appuntamenti serali si terranno in piazzetta San Nicolò.
Centro Universitario Padovano – 17:00
Alessandra Grandelis
“Se questa è la giovinezza vorrei che passasse presto” (Bompiani)
con Federica Ditadi
Piazzetta San Nicolò – dalle 19:00
Kerry Hudson
“Tutti gli uomini di mia madre” (Minimum Fax)
con Giulio D’Antona
Simone Giorgi
“L’ultima famiglia felice” (Einaudi)
con Sara Vergot
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Per informazioni
Ufficio Progetto Giovani
via Altinate, 71 – 35121 Padova
Mail: progettogiovani@comune.padova.it
Quelle che si presentano sono lettere vere, scritte da Moravia tra il 1926 e il 1940, prive di qualsivoglia progettualità retorica congegnata per lasciare un’immagine di sé filtrata dalla letteratura. I lineamenti che si mostrano, anche grazie alla documentazione inedita, non sono solamente quelli del Moravia canonizzato: essi appaiono vivificati, poiché il racconto in tempo reale del percorso di crescita e di formazione traghetta ai lettori d’oggi il valore tutto e pieno dell’esperienza letteraria.
Quella di Janie Ryan è la storia di un’infanzia irrequieta, trascorsa tra appartamenti sordidi e case popolari fatiscenti, tra alcol, droghe e code per il sussidio di disoccupazione, al traino di una madre immatura e molto, molto instabile. Janie sembra destinata a seguirne le orme ma, nata e cresciuta per combattere, forse è pronta a riscrivere la propria storia. Kerry Hudson disegna in modo vivido un racconto agrodolce, di sopravvivenza e di apprendimento, in cui il fascino del passato e la voglia di disegnare un futuro diverso si intrecciano in una continua lotta per la vita.

Matteo Stella è un padre che crede nel dialogo anziché nell’imposizione di regole. È un uomo mite e un padre indulgente, convinto di avere costruito una famiglia felice. Anche se Stefano, il figlio tredicenne, irride i suoi metodi educativi con una ribellione cieca, alzando di volta in volta il livello della sfida. Anche se Eleonora, la figlia maggiore, sembra aver perso pian piano il rispetto per lui. Anche se Anna, la moglie, si sente oppressa invece che liberata dall’infinita capacità che ha il marito di perdonarla. Poi, d’improvviso, ogni illusione crolla, rivelando la vulnerabilità e le contraddizioni che covano sotto la cenere in ogni famiglia.


