Dialogo su “Il male oscuro” di Giuseppe Berto

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Mercoledì 14 dicembre 2016, alle 18:00, presso la Scuola della Carità di via S. Francesco a Padova, l’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova realizza un incontro pubblico in occasione della riedizione del capolavoro della letteratura italiana del Novecento “Il male oscuro” di Giuseppe Berto per i tipi Neri Pozza Editore.

Nel corso della serata intervengono:

  • Marco Balzano, saggista, scrittore e insegnante, vincitore della LIII edizione del Premio Campiello;
  • Enza del Tedesco, docente di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Trieste;
  • Giuseppe Russo, direttore editoriale della casa editrice Neri Pozza.

Seguono le letture dal romanzo a cura di Andrea Bellacicco.

L’ingresso è gratuito ma è preferita la prenotazione online attraverso il modulo dedicato.

Registrazione – Dialogo su “Il male oscuro”

Il male oscuro di Giuseppe Berto

Apparso per la prima volta nel 1964, “Il male oscuro” di Giuseppe Berto è un grande classico della letteratura italiana: per festeggiare i 70 anni dalla fondazione, la casa editrice Neri Pozza lo ripubblica con una postfazione di Carlo Emilio Gadda e uno scritto di Emanuele Trevi.

Progetto Giovani lo ricorda con una discussione pubblica sull’opera più celebre di uno dei più grandi scrittori italiani del secondo Novecento.

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Giuseppe Berto nasce a Mogliano Veneto il 27 dicembre 1914, secondo di cinque figli, da un maresciallo dei carabinieri in congedo. Compiuti gli studi liceali nel locale collegio dei Salesiani e nel Liceo di Treviso, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova. Parte volontario per l’Africa Orientale, partecipando alla guerra di Abissinia, nel 1935, e combattendo come sottotenente in un battaglione di truppe di colore si guadagna un paio di medaglie al Valore Militare e qualche ferita. Tornato in patria, nel 1939, riprende gli studi e si laurea. Insegna, prima Latino e Storia in un Istituto Magistrale, poi Italiano e Storia in un Istituto Tecnico per Geometri, ma ben presto lascia l’insegnamento e si arruola nella Milizia volontaria per la Sicurezza Nazionale. Inviato a combattere in Africa Settentrionale, cade prigioniero il 13 maggio 1943 degli americani. È durante la prigionia nel campo di internati in Texas che Berto inizia a scrivere. Comincia Le opere di Dio e Il cielo è rosso; quest’ultimo romanzo, pubblicato da Longanesi nel 1947, su segnalazione di Giovanni Comisso, diviene rapidamente un successo. Escono, poi, nel 1948 Le opere di Dio, e nel 1951 Il brigante. Trasferitosi a Roma, comincia a lavorare per il cinema: in questo periodo escono nel 1955 Guerra in camicia nera e nel 1963 il volume di racconti Un po’ di successo. Berto nel 1958 cade in una grave forma di nevrosi, ne uscirà dopo tre anni di analisi pubblicando Il male oscuro, che vince contemporaneamente nel 1964 il Premio Viareggio e il Premio Campiello. Si aggiungono poi il dramma L’uomo e la sua morte (1963), La Fantarca (1964), e il romanzo La cosa buffa (1966). Nel 1971 scrive il pamphlet Modesta proposta per prevenire e il lavoro teatrale Anonimo Veneziano, ripubblicato come romanzo nel 1976. Con la favola ecologica Oh, Serafina! vince nel 1974 il Premio Bancarella. Dal dramma La passione secondo noi stessi, Berto matura l’idea portante del suo ultimo libro La gloria del 1978. Muore a Roma il 1 novembre 1978.

il-male-oscuroApparso per la prima volta nel 1964, Il male oscuro ottenne subito un grande successo, vincendo nello stesso anno il Premio Viareggio e il Premio Campiello. L’apprezzamento critico che ne seguì, tuttavia, non colse forse pienamente la grandezza di quest’opera e della figura di Giuseppe Berto nel panorama della letteratura italiana del secondo Novecento. Come sovente accade, questo romanzo e lo stesso Berto conoscono forse soltanto oggi quella che Benjamin definiva «l’ora della leggibilità». Comparato con le opere di quell’epoca caratterizzata da una società in piena espansione, Il male oscuro, come nota Emanuele Trevi nello scritto che accompagna questa nuova edizione, appare come «lo specchio, frantumato ma straordinariamente nitido, di un intero mondo, di un’epoca storica», un capolavoro assoluto dotato di «un’autorevolezza paradossale, che si basa sulla travolgente energia degli stati d’animo».

Come i grandi libri, il romanzo presuppone una genealogia. Berto ha ammesso più volte il suo debito con La coscienza di Zeno di Italo Svevo e La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda, dalla quale ricavò il titolo stesso del suo libro. Il male oscuro, tuttavia, segna una svolta fondamentale rispetto a queste opere precorritrici: non descrive semplicemente una nevrosi, ma la mima e la incarna. Il suo linguaggio è la manifestazione stessa del male, «l’epifania tragicomica della sua oscurità» (Trevi). Un’assoluta novità artistica e letteraria che Berto non esitò a battezzare «stile psicoanalitico». Una prosa modernissima che, narrando di un male assolutamente personale, fa scorrere davanti ai nostri occhi «la Roma della Dolce Vita e di via Veneto, i medici e le loro contrastanti e fallaci diagnosi, l’industria del cinema con tutte le sue bassezze e le sue assurde viltà, la famiglia borghese e la sua economia domestica, i cambiamenti del costume sessuale, i rotocalchi a colori e le villeggiature in montagna»… la malattia di un’epoca apparentemente felice.

Gli ospiti

Marco Balzano

È nato nel 1978 a Milano, dove vive. Ha pubblicato saggi e raccolte di poesie e, con Sellerio, i romanzi Pronti a tutte le partenze (2013, Premio Flaiano), L’ultimo arrivato (2014), con cui ha vinto il Premio Volponi e la LIII edizione del Premio Campiello e Il figlio del figlio (2016), pubblicato da Avagliano nel 2010, finalista Premio Dessì 2010, menzione speciale della giuria Premio Brancati-Zafferana 2011, Premio Corrado Alvaro Opera prima 2012.

Enza Del Tedesco

Nata a Pordenone nel 1970, insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Trieste. Si è laureata e ha conseguito un dottorato di ricerca all’Università di Padova. È autrice di saggi sulla narrativa di alcuni autori del Novecento, tra i quali Berto, Parise, Pratolini, Pasolini, Piovene, e del volume Il romanzo della nazione. Da Pirandello a Nievo: cinquant’anni di disincanto (Marsilio 2012). Dal 2010 è membro della giuria del Premio letterario Giuseppe Berto. È curatrice dell’«Archivio degli scrittori veneti del Novecento» e membro della redazione di «Studi Novecenteschi».

Giuseppe Russo

È da 16 anni il direttore editoriale di Neri Pozza. Il suo contributo alla rifondazione di una società letteraria in Italia non si limita alla progettazione di programmi editoriali coerenti ma coinvolge gli istituti e le case della letteratura, le riviste letterarie, le edizioni di nuova critica, sempre per ridestare e riportare al centro dell’attenzione la narrativa letteraria italiana.

Andrea Bellacicco

Diplomato alla Civica Accademia di Arte Drammatica del Teatro Stabile del Veneto nel 2010. Ha lavorato come attore con Mario Perrotta, Paco Azorin, Bob Wilson, Andrea Paolucci e Giorgio Sangati. Dal 2013 lavora per il Teatro Stabile d’Innovazione di Verona Fondazione Aida e ha lavorato come attore per il Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale diretto da Giorgio Sangati e Lorenzo Maragoni. È vincitore del Premio UBU 2015 come miglior progetto artistico con il “Progetto Ligabue” di Mario Perrotta e finalista del Premio Hystrio alla Vocazione 2015.

Per informazioni

Ufficio Progetto Giovani
via Altinate, 71 – 35141 Padova
Mail: progettogiovani@comune.padova.it