A cura di
Relatori vari
Destinatari
Classi I-II-III-IV-V
Quando
Dal 3 al 5 ottobre 2024
Dove
Fiera di Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano, sala comunale, istituto scolastico
Modalità
Conferenza plenaria
Durata
Variabile
L’iniziativa
La Fiera delle Parole torna a Padova dal 2 al 6 ottobre 2024 con un programma ricco di appuntamenti che vedranno protagonisti scrittori, giornalisti, critici e studiosi, ma anche personaggi della cultura e dello spettacolo.
In collaborazione con l’ufficio Progetto Giovani, la manifestazione prevede un programma di incontri mattutini rivolti alle scuole secondarie di secondo grado della città, dal 3 al 5 ottobre.
Gli appuntamenti
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 9:00-10:30
Dario Fabbri
Sotto la pelle del mondo
con
Marzio G. Mian
Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia
Dario Fabbri, Sotto la pelle del mondo
Viviamo una fase di egemonia contrastata. Antagonisti sfidano apertamente la supremazia statunitense, senza timore di incappare nella rappresaglia di Washington. I russi invadono l’Ucraina riportando la guerra nel continente europeo, gli iraniani colpiscono Israele tramite Hamas, i cinesi soccorrono Mosca e Teheran, mentre ci ricordano, a ogni esercitazione militare, che Taiwan dovrà tornare a loro, con le buone o con la forza. La Turchia conquista porzioni d’Africa mentre guarda all’Asia Centrale, la Germania è tormentata dalle sue divisioni interne, il Messico prova a stabilire da che parte stare.
È dunque necessario immergerci nel mondo e provare a comprenderlo con strumenti nuovi. Ma come? Dario Fabbri ci guida applicando ai massimi temi dell’attualità il metodo della geopolitica umana. In cosa consiste? Nello studiare i popoli adottando il loro sguardo, approfondendo storie, lingue, antropologie, psicologie degli altri.
In questo modo potremo comprendere la depressione degli americani, le pulsioni dei russi, le difficoltà dei cinesi, i cambiamenti nelle collettività tedesca e israeliana, il punto di vista di turchi e persiani, le contraddizioni dell’India, il dipanarsi della guerra israelo-palestinese, il perché di Brexit, la sospensione del nostro paese. I grandi eventi hanno cause più profonde di quello che immaginiamo. Dario Fabbri mostra ai lettori la differenza tra ciò che appare in superficie e la reale sostanza del nostro tempo.
Dario Fabbri è tra i massimi esperti di geopolitica. È direttore della rivista “Domino” e direttore della scuola di Domino.
Marzio G. Mian, Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia
Vista da Occidente, la Russia è oggi una terra lontana, misteriosa, ostile. Dall’invasione dell’Ucraina sembra sprofondata in un buio ancora più fitto che ai tempi più bui dell’Unione Sovietica, come un pianeta a sé stante, un mondo reso sinistramente lontano e inaccessibile dalla guerra. Sfidando i paranoici controlli dei servizi di sicurezza, Marzio G. Mian è tuttavia riuscito a viaggiare per seimila chilometri nella pancia, nel cuore e nell’anima della Russia. Per farlo ha scelto la rotta maestra della sua storia: il Volga, il fiume, totem e destino, autobiografia del popolo russo, secondo le parole di Michail Piotrovskij, direttore dell’Ermitage. Sulle sue sponde si è radicata, infatti, la fede ortodossa dopo il crollo di Costantinopoli, è sorto l’impero zarista, si è affermato quello sovietico, con la battaglia di Stalingrado e l’industrializzazione forzata di Stalin, si è consolidato il progetto neo-imperiale dell’autocrazia post-sovietica di Vladimir Putin. “Patria” dei tatari, dei cosacchi, dei monaci-santi, degli sciamani, di Razin, Pugačëv, Lenin, Kerenskij, Gončarov, Puškin, Gor’kij, Chlebnikov, della Russia arcaica e rurale, di quella metropolitana e dei grandi spazi pieni di nulla, delle steppe e dei sovchoz, delle fabbriche e delle izbe, della tradizione più reazionaria e della rivoluzione più spietata, il Volga è il fiume in cui Europa e Asia si incontrano o si dividono, a seconda che la bussola della Storia russa indichi Oriente oppure Occidente. Viaggiando da nord a sud, dalla sorgente nella regione del Valdaj, tra San Pietroburgo e Mosca, fino ad Astrakan’ sul Mar Caspio, passando per Tver’, Dubna, Rybinsk, Jaroslav’, Nižnij Novgorod, Kazan’, Ul’janovsk, Samara, Saratov, Volgograd, senza mai incontrare uno straniero, senza ascoltare altra lingua che il russo, Mian svela l’“altro fronte” del feroce scontro in atto con l’Occidente, il fronte di un popolo fatto di molte nazioni e tenuto insieme dal brutale, fragile, antico sogno di una civiltà imperiale. Sulle sponde del grande fiume che attraversa la Russia, alla ricerca delle radici di un paese travolto dal suo passato, àncora e demone, tabù e destino dei suoi tanti popoli.
Marzio G. Mian, giornalista, ha fondato con altri giornalisti internazionali la società no profit The Arctic Times Project con sede negli Stati Uniti. Da segnalare, la sua partecipazione a The River Journal, un progetto di racconto multimediale attraverso i grandi fiumi del mondo. È stato per sette anni vicedirettore di Io donna. Tra le sue collaborazioni segnaliamo: Sette, Il Giornale, Rai, GQ e L’Espresso. Ha realizzato inchieste e reportage in più di cinquanta paesi. Autore di teatro, tra le sue opere si ricordano Karadzic, carnefice psichiatra poeta (Mursia, 1996), un libro sulle guerre balcaniche, Artico. La battaglia per il Grande Nord (Neri Pozza, 2018) e Tevere controcorrente (Neri Pozza, 2019).
Centro Culturale Altinate San Gaetano – Auditorium | 9:00-10:30
Daniela Palumbo
La notte più bella
Incontro riservato alle classi del biennio
New York, 9 novembre 1965. Alle 17.27 la città all’improvviso si spegne e tutto viene avvolto dall’oscurità. Non importa se sei un quindicenne con un nonno che si chiama Alce Piumato e ti trovi su un pullman diretto alla riserva. Non importa se sei una ragazza che ha appena smesso di pattinare sulla pista di ghiaccio e stai attraversando Central Park. Non importa nemmeno se stai scappando da un orfanotrofio femminile per andare a ballare per la prima volta. Qualunque storia ti porti dietro, il buio inaspettato ti costringe ad affrontare l’ignoto e il mistero. Otto racconti che ci scaraventano dentro l’avventura del blackout che ha attraversato New York e tratteggiano gli Stati Uniti degli anni Sessanta. Un’epoca in bilico tra la guerra in Vietnam e la controcultura hippie, tra la conquista della Luna e Martin Luther King, tra Kennedy e Colazione da Tiffany. Otto storie dentro la Storia.
Daniela Palumbo è nata a Roma, vive a Milano. Scrittrice e giornalista, lavora per lo storico giornale di strada “Scarp de’ Tenis” della Caritas Ambrosiana. Le piace raccontare storie. Che siano d’amore, di guerra, di amicizia e di avventura. Con Le valigie di Auschwitz ha vinto il Premio letterario Il Battello a Vapore 2010. Tra i suoi libri: Fino a quando la mia stella brillerà, in cui ha raccolto la testimonianza di Liliana Segre, A un passo da un mondo perfetto (Premio Castello di Sanguinetto, Premio Galdus e Premio Minerva), Noi, ragazze senza paura, Vogliamo la luna e La notte più bella (finalista alla terza edizione del Campiello Junior).
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 11:00-12:30
Andrea Maggi
Il mio Socrate
Veronica ha 14 anni e vive da sola con la madre. Si sente forte, in apparenza, e non pensa di dover rendere conto a nessuno. Si fa molte domande, ma non sempre trova le risposte. Almeno finché non trova Socrate, un signore che si chiama proprio come il grande filosofo – di cui lei sa poco e niente – e che è in grado di ascoltarla davvero. Nel frattempo, la sua vita sembra andare a rotoli, tra il padre che ricompare misteriosamente, la madre sempre più invadente e lei che sprofonda sempre più in un giro che non le lascia vie d’uscita… Divertente, drammatico, profondo e leggero, un libro da leggere in più direzioni.
Andrea Maggi insegna Lettere a Pordenone e anche sullo schermo è noto come “il Professore” ne Il Collegio, docu-reality di Rai Due. Per ragazzi ha scritto il romanzo Guerra ai prof! e il saggio Educhiamoli alle regole. È tradotto in Spagna e America Latina. Ha un seguito di oltre 400.000 follower.
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala B | 11:00-12:30
Laura Pigozzi
L’età dello sballo. Giovani, droghe, psicofarmaci, tra conformismo e dipendenza
Se dagli Stati Uniti arriva l’allarme fentanyl, anche in Italia la diffusione di droghe tra gli adolescenti, dalla cannabis agli psicofarmaci usati per sballare, sta scatenando un’epidemia di dipendenze. Non ci sono mai stati così tanti pazienti affetti da disturbi legati al consumo di droga come in questi ultimi anni e l’età in cui si sviluppano le prime patologie si abbassa ormai alla preadolescenza. Cadere nel circolo vizioso della soddisfazione-astinenza-brama è un gioco pericoloso e paradossale che ci spinge a bramare ciò che ci fa male.
Eppure, gli antidoti esistono e uno dei più potenti è il sentimento della vita che viene trasmesso al bambino nei suoi primissimi mesi, ma che può essere perduto o messo in crisi durante la preadolescenza. In assenza di questa trasmissione, il desiderio fatica a nascere e i progetti non decollano. Un disorientamento che espone all’assoluto offerto dalle droghe, dall’alcol, dagli psicofarmaci, dal cibo, da internet, dallo sport ossessivo… Godere senza desiderare è la cifra di una società drogata. Perché sorga il desiderio occorre che il bambino sperimenti la frustrazione e i limiti che possono trasformare il vuoto che narcotizza in una mancanza che rimette in moto il desiderio.
Laura Pigozzi mostra una via nuova per comprendere e disinnescare le dipendenze, intrecciando alla psicoanalisi i risultati delle neuroscienze sul cattivo funzionamento del sistema della ricompensa e quelli dell’epigenetica sulla capacità plastica del cervello che beneficia di relazioni ed esperienze positive. Sono la vita di ciascuno di noi, le parole che ci scambiamo, così come le parole che ci hanno costruito, fatto sentire amati o feriti e quelle che si scambiano in terapia, a modificare il funzionamento del cervello. È infatti nelle relazioni personali e sociali che si trova l’uscita dalla condizione disumana della sofferenza mentale, dato che una cura efficace non può prescindere dal collettivo che protegge, dalla rete affettiva che sostiene e dall’umanesimo della parola che dona dignità.
Laura Pigozzi è impegnata a leggere le questioni che riguardano le famiglie, il femminile e la voce alla luce della pratica e della teoria analitica. È autrice dei libri: A Nuda Voce (2008, ampliato nel 2017), Chi è la più cattiva del reame? (2012, tradotto in Francia da Albin Michel nel 2016), Voci smarrite (2013), ha pubblicato con Nottetempo Mio figlio mi adora (2016) e Adolescenza zero (2019), entrambi premiati dalla critica. Con Rizzoli è autrice di Troppa famiglia fa male (2020) e Sorelle (2021). Membro della Fondation Européenne pour la Psychanalyse, già vicepresidente di Lou Salomé-Donne psicanaliste in rete. È nel comitato scientifico e docente della Società Italiana di Musicoterapia Psicoanalitica. Lavora a Milano e in provincia di Verona.
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 9:00-10:30
Daniela Lucangeli
Le sfide dell’educazione
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 11:00-12:30
Sigfrido Ranucci
La scelta
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
Sigfrido Ranucci è un giornalista, autore e conduttore televisivo. In Rai dal 1990, è stato prima inviato per le rubriche del Tg3, poi per Rai News 24, dove ha realizzato numerose inchieste sul traffico illecito di rifiuti e sulla mafia. Ha trovato l’ultima intervista al giudice Paolo Borsellino, nel settembre del 2001 è stato inviato a New York per seguire l’attentato alle Torri gemelle, poi nel 2004 a Sumatra per lo tsunami. È stato inviato nei contesti di guerra dei Balcani e in Medio Oriente dove ha realizzato inchieste sulla violazione dei diritti umani e dal marzo 2017 conduce il programma televisivo Report (Rai3), che ha ereditato dall’ideatrice Milena Gabanelli. Ha ricevuto numerosi premi per il giornalismo d’inchiesta ed è autore con Nicola Biondo del libro Il patto (Chiarelettere, 2010).
Sala comunale o istituto scolastico | 11:00-12:30
Guido Santato
Pasolini oggi. Fortuna internazionale e ricezione critica
All’interno della ricezione critica di Pasolini emerge con particolare evidenza la grande fortuna degli Scritti corsari e delle Lettere luterane. Il pensiero del Pasolini ‘corsaro’ è stato ripreso in modo particolarmente significativo nell’ambito della sociologia, dell’economia e del diritto. Autorevoli economisti si sono richiamati alle polemiche contro il modello di sviluppo neocapitalistico sviluppate negli Scritti corsari, in particolare nel famoso articolo Sviluppo e progresso in cui Pasolini stabilisce un’opposizione bipolare fra i due termini. Due economisti come Giulio Sapelli e Serge Latouche hanno ripreso le critiche al modello di sviluppo neocapitalistico sviluppate negli Scritti corsari. Sapelli ha compiuto un’indagine sugli scritti politici e sociologici di Pasolini nel libro Modernizzazione senza sviluppo. Il capitalismo secondo Pasolini (2005).
Appare particolarmente significativa la fortuna che le polemiche di Pasolini hanno incontrato nell’ambito del pensiero della ‘decrescita felice’ teorizzata da Serge Latouche. Pasolini viene considerato da Latouche fra i precursori della ‘decrescita felice’ nel volume Les précurseurs de la décroissance, une anthologie, pubblicato in Francia nel 2016 e in Italia nello stesso anno con il titolo La decrescita prima della decrescita. Precursori e compagni di strada. Per Latouche è necessaria un’inversione di tendenza rispetto al modello dominante della crescita basato sulla produzione esorbitante di merci e sul loro rapido consumo: vanno messe in discussione le principali istituzioni socio-economiche al fine di renderle compatibili con la sostenibilità ecologica e con un rapporto armonico uomo-natura. Sempre con richiamo al pensiero del Pasolini ‘corsaro’ sono divenuti numerosi nella critica i riferimenti a Michel Foucault e ai concetti di biopolitica, biopotere e parresia sviluppati dal filosofo francese nell’ultimo periodo della sua ricerca intellettuale.
Guido Santato è stato professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Padova. Si è interessato prevalentemente alla letteratura del Settecento e del Novecento. In ambito novecentesco si è occupato principalmente di Pasolini. Ha fondato e dirige la rivista internazionale “Studi pasoliniani”.
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 9:00-10:30
Matteo Saudino
Star Wars e la filosofia
Che cosa unisce Darth Vader e l’oltreuomo nietzschiano? E la principessa Leia e il femminismo rivoluzionario? Com’è possibile accostare l’abominevole imperatore Palpatine al pensiero di Platone? Strutturato in nove capitoli, ognuno dei quali affronta un grande tema del pensiero filosofico ispirato da un personaggio della saga, questo libro ci mostra come i pianeti dell’Orlo Esterno non siano poi così distanti dall’antica Grecia o dall’Europa del XIX secolo: troveremo Freud nei panni dell’analista di Luke, droidi alle prese con la roboetica, Yoda e Darth Vader intenti a discutere con Socrate e Nietzsche. Un viaggio intergalattico che tocca i più importanti temi filosofici – dal conflitto bene-male alla dicotomia verità-apparenza, al rapporto coscienza-intelligenza artificiale –, tutti osservati da una prospettiva inedita e audace. Perciò spade laser in posizione, e che la Forza sia con voi!
Matteo Saudino insegna da vent’anni Filosofia e Storia nei licei di Torino ed è l’ideatore del popolare canale YouTube «BarbaSophia», che conta oltre 310.000 iscritti e 45 milioni di visualizzazioni. Autore di manuali di educazione civica, storia e filosofia, ha pubblicato la raccolta poetica Fragili Mutanti (2012) ed è coautore con Chiara Foà di Il Prof fannullone (2017), Cambiamo la scuola (2021) e Scuolitudine (2022). Ha pubblicato con Salani Sofia Express (2023) e per Vallardi La filosofia non è una barba (2020) e Ribellarsi con filosofia (2022), da cui è tratto lo spettacolo teatrale Vite Ribelli (2024). È autore del podcast Pensiero Stupendo (2023-24) e coautore del manuale scolastico Prima filosofare (2024).
Palazzo Moroni, Sala Paladin | 11:00-13:00
Attilio Motta
Ippolito Nievo. In difesa degli studenti
A seguire, La Padova di Ippolito, reading musicato con letture di Francesco Maino, musiche di Tommaso Mantelli, a cura e con Veronica Baldassa e Attilio Motta
Tornato a Padova per studiare legge, nel 1853 il ventunenne Nievo scrive al foglio bresciano «La Sferza» per difendere gli studenti del Bo, accusati dal direttore Mazzoldi di preferire i piaceri della socialità a quelli dello studio, e lo fa rivendicando i diritti di una gioventù in cui «ferve la parte viva e pensante della nazione». Alla risposta del direttore, Nievo replica con una seconda lettera, nella quale ironizza sul perbenismo di Mazzoldi e denuncia il clima conformistico e illiberale che avvilisce le università del Lombardo-Veneto. Il volume ricostruisce anche la vicenda che, un anno prima, aveva spinto Nievo ad inviare alla «Sferza» una lettera per difendere gli ebrei dalle accuse di usura cavalcate da Mazzoldi, che ne pubblicò però solo un breve frammento anonimo. Tra passione e ironia, queste prime prose pubbliche dicono l’ethos militante di Nievo e, nell’argomentazione sapida e geometrica, annunciano la grandezza dello scrittore e dell’umorista.
Attilio Motta (Lecce, 1971) è professore di Letteratura italiana all’Università di Padova. Si è occupato di poesia toscana del Trecento e dei rapporti tra letteratura e cinema, su cui ha curato, con Denis Brotto, volumi su Simenon, Ophuls e sui registi/scrittori (Interferenze, PUP, Padova 2019) e ha pubblicato la Storia di un motto d’amore e d’amicizia. «Usque dum vivam et ultra» (Marsilio, Venezia 2022). Di Nievo ha curato, per l’Edizione Nazionale, gli Scritti politici e d’attualità (Marsilio, Venezia 2015) e gli Scritti di letteratura (ivi 2023), dedicando numerosi saggi alle sue scritture giornalistiche.
Il reading
Francesco Maino, scrittore trevigiano autore di Cartongesso e de I morticani, legge una selezione di brani di Nievo che hanno come filo conduttore il legame tra la sua vita e i luoghi della città natale di Padova, dove egli tornò per completare gli studi di legge. Introdotte da brevi note di Attilio Motta, accompagnate dalle musiche coinvolgenti di Tommaso Mantelli e illustrate da suggestive foto d’epoca grazia a Veronica Baldassa, le letture di Maino costruiscono un itinerario tra luoghi passati e presenti, noti e ignoti, nella trasfigurazione di un grande autore classico ad essi legato, e nella restituzione della originalissima voce di un autore contemporaneo.
Veronica Baldassa (Padova, 1997) è laureata in Lettere e in Filologia moderna presso l’Università di Padova, dove sta svolgendo un dottorato di ricerca con il progetto “Un parco letterario per Padova: valorizzazione culturale e turistica mediante strumenti informatici dei luoghi degli scrittori e delle loro rappresentazioni”. Ha pubblicato articoli relativi ai luoghi letterari padovani e alla tragedia seicentesca Bradamante gelosa di Alessandro Guarini, di cui sta curando un’edizione con commento.
Sergio Frigo è docente di geografia e giornalista. Originario dell’altopiano di Asiago, è stato capo servizio del «Gazzettino» e ha vinto il premio Nevio Furegon per il giornalismo sociale e quello “Giorgio Lago” per il suo apporto alla valorizzazione della cultura del Nordest. Si è occupato infatti di geografia letteraria, pubblicando per l’editore Mazzanti I luoghi di Mario Rigoni Stern (2016), I luoghi degli scrittori veneti (2018) e I luoghi degli scrittori tra Piave e Tagliamento (2020), e curando le applicazioni digitali per la fruizione degli stessi.
Francesco Maino (Motta di Livenza, 1972) è avvocato e scrittore. Il suo romanzo d’esordio Cartongesso è stato libro del mese di Fahrenheit, ha vinto il premio Calvino 2013 e, edito da Einaudi (Torino 2014), è diventato un vero e proprio caso letterario. Dopo Ratatuja. Parole alla prova (Ronzani, Vicenza 2016), ha recentemente pubblicato I Morticani (Italo Svevo Editore, Trieste, 2023), una rivisitazione in chiave narrativa, contemporanea e veneta dell’Alcesti di Euripide.
Tommaso Mantelli è musicista polistrumentista, compositore e produttore attivo dagli anni ‘90 nell’ambito della musica alternativa. Titolare di molteplici e multiformi progetti artistici quali Tommaso Mantelli, Captain Mantell, AMA, Licantropy, Kirlian, Linguaserpente e collaboratore in progetti quali Sick Tamburo, Il Teatro Degli Orrori e Kill Your Boyfriend, ha sconfinato nel teatro e nei reading musicati, nei quali crea il soundscape per le letture di Francesco Maino. Negli ultimi anni sta studiando la materia come fonte sonora costruendosi i propri strumenti e utilizzando sassi, legni e materiale biologico.
Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 11:00-12:30
Piero Martin
Storie di errori memorabili
Non si tollera, non si riconosce, non si perdona, ma non si può evitare. È l’errore, prezioso compagno di quel meraviglioso errare che è la vita. Un viaggio sorprendente tra memorabili incidenti di percorso della scienza: sbagliare non solo è umano ma spesso è anche molto utile!
Spesso si considera la scienza il regno della certezza e della verità. Invece, il dubbio e l’errore sono fondamentali per il progresso del sapere in ogni settore. E, come accade nella vita di ogni giorno, anche nella scienza l’errore si presenta sotto molteplici forme: c’è l’errore che è motore di nuove conoscenze, ma anche quello frutto dell’ideologia o della fretta. C’è l’errore riconosciuto e quindi fecondo, ma anche quello testardo.
In questo libro scopriremo storie affascinanti di chimica, biologia, medicina e soprattutto di fisica, dal punto di vista di chi sbaglia. Incontreremo scienziati come Fermi, Einstein e Pauling e studiosi quasi ignoti. Scoprire che anche i grandi della scienza hanno sbagliato sarà una iniezione di ottimismo. Viviamo in un mondo che con l’errore ha un rapporto difficile. Oggi più che mai è importante rivalutarlo: lunga vita all’errore!
Piero Martin è professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova, attualmente distaccato presso il Centro Interdisciplinare “B. Segre” dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Studia la fusione quale sorgente di energia. Fellow dell’American Physical Society, è stato responsabile scientifico di grandi progetti internazionali e oggi coordina le attività di fisica di DTT, il nuovo grande esperimento di fusione italiano. Scrive per “La Stampa” e “lavoce.info” e ha vinto il Premio Fiuggi Scienza. Ha pubblicato L’era dell’atomo (con A. Viola, Il Mulino 2014), Zerologia (con C. Bartocci e A. Tagliapietra, Il Mulino 2016) e Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (con A. Viola, Codice edizioni 2018, finalista al Premio Galileo 2018 e vincitore del Premio nazionale di divulgazione scientifica, sezione Scienze). Per Laterza è autore di Le 7 misure del mondo (2021, tradotto in otto lingue e finalista al Premio Galileo 2022).
Come partecipare
Per partecipare è necessario compilare l’apposito modulo online entro il 30 settembre.
Compila il modulo di iscrizioneGli interventi rientrano tra le iniziative di promozione della lettura svolte dal Comune di Padova – “Città che Legge” – nell’ambito del Patto locale per la lettura.