Festival dei laboratori teatrali del DiSSL

A febbraio, il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DiSLL) dell’Università degli Studi di Padova propone la nuova edizione del Festival dei laboratori teatrali, con performance di alto livello sia in italiano che in lingua straniera rivolte a tutta la cittadinanza.

Frutto di un intenso lavoro di preparazione svoltosi nel corso dell’anno, gli spettacoli sono parte integrante della “terza missione”, vale a dire la costruzione di un’offerta culturale attiva e pervasiva nel territorio da affiancare alla ricerca e alla didattica.

Per il DiSLL il teatro è una delle azioni più importanti di divulgazione in quanto permette di far conoscere ai non specialisti l’enorme varietà di lingue e realtà culturali che si affiancano quotidianamente nella propria offerta didattica.

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Il calendario degli spettacoli

In attesa dell’appuntamento estivo con il teatro in lingua straniera, il DiSLL propone per il mese di febbraio un trittico di spettacoli teatrali in lingua italiana. L’ingresso è libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.

13 febbraio – 21:00 | Centro Culturale Altinate San Gaetano

Escape Museum

scritto dagli studenti internazionali del laboratorio di teatro in lingua italiana del DiSLL con il supporto dell’Area Relazioni Internazionali; regia di Pierantonio Rizzato.

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Il testo prende spunto dall’idea di approfondire la conoscenza di Padova (la città che li ospita) da parte degli studenti internazionali del laboratorio di teatro in lingua italiana dell’Università di Padova.

Grazie ad una visita organizzata e accompagnata dal conduttore del laboratorio presso il Museo Civico agli Eremitani, gli studenti hanno potuto conoscere alcuni elementi e soprattutto alcune storie che si celano dietro ai reperti di epoca pre-romana e romana esposti al museo. La drammaturgia, quindi, è stata scritta direttamente dagli allievi del laboratorio, ispirandosi alle storie dei reperti.

La trama: un gruppo di giovani studenti si trova intrappolato all’interno di una stanza di un museo che stanno visitando. Una voce inquietante li costringerà, per uscire, a interagire con strani personaggi del passato e a rispondere a precisi quesiti.


24 febbraio – 19:00 | Complesso Beato Pellegrino

A porte chiuse

Laboratorio in italiano per le studentesse e gli studenti internazionali; regia di Erica Taffara.


28 febbraio – 21:00 | Centro Culturale Altinate San Gaetano

Le donne curiose di Carlo Goldoni

Laboratorio in italiano per le studentesse e gli studenti di Lettere e Filologia moderna; regia di Stefano Pagin.

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Le donne curiose” fu rappresentata per la prima volta al Teatro Sant’Angelo di Venezia sul finire del carnevale del 1753 a chiusura dell’anno comico. Costituiva per Carlo Goldoni l’ultimo impegno con l’impresario Medebach e la conclusione di un ciclo creativo.

Bologna. Il mercante veneziano Pantalone si riunisce spesso con amici in una casa segreta presa in affitto. Le mogli, figlie, sorelle, fidanzate non solo ne sono tassativamente escluse, ma non riescono a pervenire a nessuna informazione precisa sul tema di queste riunioni (che, nell’originale goldoniano, richiamavano allegoricamente quelle di una loggia massonica). La curiosità le angoscia: chi pensa si giochino grosse somme, chi si facciano prove per la ricerca della pietra filosofale, chi si treschi con altre donne.

Rispetto al testo originale, dove non c’è alcuna ombra e l’autore ci rivela il suo “segreto” già alla prima scena, la mise en espace degli studenti, assecondando un gioco di corrispondenze con il mondo di oggi, ha avuto bisogno invece di oscurare, di “intravedere” corpi e facce in mezzo ad un tutto buio. Come in una specie di “terzo grado” o di “primo piano” cinematografico. Come se il buio nel quale i personaggi sono immersi fosse il buio dei personaggi femminili della commedia e che quindi fosse anche il punto di vista di noi spettatori rispetto alla complessità spesso indecifrabile della realtà contemporanea.

Quando siamo esclusi da una verità, la fantasia corre e si possono immaginare catastrofi. Si è fatto, inoltre, un tentativo di “generalizzazione” sospendendo i nomi dei personaggi, il luogo dell’azione e l’epoca, in modo che la “curiosità” e la conseguente corsa dell’immaginazione diventassero elementi comuni all’essere umano: una tensione, un bisogno di soluzione che appartiene a tutti e che tutti declinano a seconda delle proprie insicurezze.

Al di là della sperimentazione, “Le donne curiose” rimane una commedia, ma, dentro il sollievo della risata alla quale Goldoni ci ha abituati, continuano a spuntare domande, dubbi e ad agitarsi persino qualche sotterranea inquietudine.


Per informazioni
Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DiSLL) dell’Università degli Studi di Padova
Mail: amministrazione.disll@unipd.it