Giorno della Memoria 2022

Istituito con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, il Giorno della Memoria si celebra ogni anno il 27 gennaio, al fine di ricordare il dramma della Shoah e tutti coloro che sono stati vittima delle leggi razziali. Tra questi, anche i molti italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e quanti, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Anche quest’anno non è stato possibile programmare il tradizionale Viaggio della Memoria, che dal 2005 il Comune di Padova propone per avvicinare gli studenti a questi temi e invitarli a farsi testimoni di quanto visto, ascoltato, pensato e provato.

In sostituzione, si propongono e si segnalano attività e di approfondimenti rivolti agli studenti delle scuole superiori della città, a cui i docenti possono aderire con le proprie classi. Dove non diversamente specificato, per l’iscrizione è necessario utilizzare l’apposito modulo online.


Gli appuntamenti di Progetto Giovani

Lunedì 24 gennaioMartedì 25 gennaioMercoledì 26 gennaioGiovedì 27 gennaioLunedì 31 gennaioMercoledì 2 febbraioMercoledì 9 febbraioMartedì 22 febbraioVenerdì 25 febbraio

Lunedì 24 gennaio – 10:00 | In presenza

Visite guidate alle Pietre d’Inciampo

a cura del Museo della Padova Ebraica

Unico turno di visita, svolto con cuffie sanificate e per massimo 20 studenti. La partecipazione è gratuita. Per l’iscrizione, inviare una mail a museo@padoavebraica.it.


Lunedì 24 gennaio – 11:00 | Online

I pericoli della banalizzazione della Shoah

a cura di Davide Romanin Jacur, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Modulo di iscrizione

Martedì 25 gennaio – 10:00 | Online

I contro-monumenti e i memoriali diffusi dedicati alla Shoah in Europa

a cura di Chiara Becattini

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Incontro di formazione dedicato ai monumenti e i memoriali della Shoah in Europa, con particolare riguardo ai progetti di memoria diffusa e i cosiddetti “countermonuments“, che lo storico americano James E. Young definisce come quei monumenti che rifiutano le caratteristiche tradizionali dell’arte memoriale pubblica, come la durevolezza, il figurativismo rappresentativo e la glorificazione del passato, privilegiando invece la relazione con lo spazio e con il pubblico affinché il compito di ricordare non venga esaurito dal monumento stesso ma assegnato a colui che lo guarda.

Modulo di iscrizione

Mercoledì 26 gennaio – 10:00 | In presenza

Visite guidate alle Pietre d’Inciampo

a cura del Museo della Padova Ebraica

Unico turno di visita, svolto con cuffie sanificate e per massimo 20 studenti. La partecipazione è gratuita. Per l’iscrizione, inviare una mail a museo@padoavebraica.it.


Mercoledì 26 gennaio – 11:00 | Online

Giornata della Memoria: nel male della Shoah la resistenza dei Giusti

a cura di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Presidente della Società Dante Alighieri, già Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione

L’incontro si svolge in presenza. Gli istituti interessati devono segnalare la propria partecipazione all’indirizzo delia.legittimo@unipd.it. È possibile seguire la conferenza anche online, sul canale Youtube dell’Università di Padova.

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In occasione della Giornata della memoria, l’Università di Padova ha invitato Andrea Riccardi, insigne studioso di storia della Chiesa cattolica, già ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, a tenere una lectio magistralis dedicata ai “giusti”, a coloro, uomini e donne, che, ascoltando la propria coscienza, hanno solidarizzato con le persone perseguitate e le hanno aiutate opponendosi con gesti concreti alle atrocità della Shoah.

Noto per essere stato fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi ha anche insegnato come professore ordinario di Storia contemporanea alle università di Bari e Roma (La Sapienza e Roma3) ed è stato insignito con la laurea honoris causa per il suo lavoro a favore della pace e del dialogo. Riccardi ha avuto un ruolo di mediazione in diversi conflitti e ha contribuito al raggiungimento della pace in alcuni Paesi, tra cui il Mozambico, il Guatemala, la Costa d’Avorio, la Guinea. La rivista “Time” nel 2003 lo ha inserito nell’elenco dei trentasei “eroi moderni” d’Europa, che si sono distinti per il proprio coraggio professionale e impegno umanitario.

Giovedì 27 gennaio – 18:00 | Sala Paladin, Palazzo Moroni

Caricature di un Bauhäusler sulla Repubblica di Weimar

Inaugurazione della mostra, visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00 fino al 27 febbraio, presso il Cortile Pensile di Palazzo Moroni. Ingresso gratuito.

L’Istituto di Cultura Italo-Tedesco offre visite guidate gratuite per le scolaresche, sia in orario mattutino che pomeridiano. Per prenotare una visita, è necessario contattare direttamente i referenti dell’attività all’indirizzo info@icit.it.

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Jecheskiel David Kirszenbaum (1900-1954) fu un artista polacco di origini ebraiche che visse dal 1920 al 1933 in Germania: un emblematico esempio di artista ostracizzato e dimenticato che rappresenta una generazione di artisti costretta a lasciare l’Europa orientale a causa di un ambiente sempre più ostile. Ha studiato al Bauhaus di Weimar nella metà degli anni ’20 con Paul Klee, Wassily Kandinsky e Lyonel Feininger e fu spesso paragonato a Marc Chagall in termini di qualità artistica.

Nel 1926, come pittore e caricaturista, si inserì nella libera scena artistica di sinistra di Berlino, dove si guadagnava da vivere con caricature per riviste satiriche. Divenne uno dei più importanti caricaturisti della stampa tedesca con il suo soprannome Duwdiwani (espressione ebraica per ciliegio). Nel 1933, Kirszenbaum insieme alla moglie Helma Helene fuggì dai nazisti e si rifugiò a Parigi dove divenne membro della “École de Paris”. Successivamente internati entrambi in campi diversi, Kirszenabum riuscì a fuggire, mentre la moglie fu assassinata ad Auschwitz.

Circa 600 opere di Kirszenbaum vennero distrutte dai nazisti durante l’occupazione della Francia. Il suo lavoro ha potuto essere salvato dall’oblio solo grazie al pronipote Nathan Diament che si è impegnato a ripristinare l’eredità dell’artista.

In questa mostra, dedicata unicamente alle caricature di Kirszenbaum, le opere vengono illustrate da articoli di giornale, foto, documenti storici e testi, quindi hanno il pregio di venir presentate nel loro contesto socio-politico e culturale. La mostra si concentra sui temi e i problemi della prima democrazia in Germania, tuttora attuali. Le caricature di Kirszenbaum hanno catturato lo Zeitgeist della Repubblica di Weimar ritraendo con spirito critico instancabili mercanti senza scrupoli che accumulano profitti con affari di dubbia natura, episodi di corruzione in politica e di mancata parità dei diritti per le donne o anche il crescente antisemitismo: argomenti che non hanno perso la loro rilevanza nel dibattito politico. Le sue caricature ci restituiscono quindi la percezione e l’interpretazione critica degli eventi contemporanei da parte dell’artista.

La mostra è stata realizzata dalla Volkshochschule di Weimar, promossa dal Comune di Padova – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Goethe-Institut. Per partecipare all’inaugurazione (accesso consentito solo con Green Pass rafforzato) è necessario inviare una mail a padova@icit.it per ricevere conferma della disponibilità del posto. La capienza della sala è infatti limitata a 35 ospiti.

Lunedì 31 gennaio – 10:00 | In presenza

Visite guidate alle Pietre d’Inciampo

a cura del Museo della Padova Ebraica

Unico turno di visita, svolto con cuffie sanificate e per massimo 20 studenti. La partecipazione è gratuita. Per l’iscrizione, inviare una mail a museo@padoavebraica.it.

Mercoledì 2 febbraio – 11:00 | Online

Negazionismo e luoghi della memoria

a cura di Chiara Becattini

Modulo di iscrizione

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Manipolare i fatti, negarne l’esistenza e minacciare la distruzione di ciò che resta come traccia: queste le strategie utilizzate dai negazionisti per negare l’evidenza di ciò che i nazisti e i loro collaboratori hanno lasciato del complesso sistema di repressione, tortura e sterminio.

La lezione analizza un aspetto particolare del discorso negazionista, quello che si è impegnato a demolire la credibilità dei luoghi stessi dove le atrocità sono state commesse e che sono diventati oggi memoriali, musei e monumenti dedicati alla memoria di questo terribile capitolo della storia del Ventesimo secolo. Paradossalmente, gli attacchi negazionisti si intrecciano con gli interventi di recupero e trasformazione dei luoghi originari in monumenti e musei, dei processi spesso poco evidenti al pubblico sui quali i siti stessi offrono raramente informazioni ai visitatori.

Mercoledì 9 febbraio – 9:00 | Online

Se questa è una memoria

Il profilo della testimonianza diretta della Shoah dal punto di vista storico, linguistico e narratologico nell’opera di Primo Levi

a cura di Francesca Pangallo

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Primo Levi rappresenta oggi uno degli autori italiani più famosi, apprezzati e quindi tradotti all’estero, sebbene nel nostro Paese la sua produzione letteraria sia stata a lungo studiata soprattutto attraverso la lente del superstite e testimone della Shoah. Eppure, come dimostra la densa e variegata forma della sua opera, se da una parte l’attività di scrittura nasce in Levi certamente dall’urgenza della testimonianza, dall’altra si evolve rapidamente in una pratica di narrazione continuativa e qualitativamente superiore: già fra il primo libro testimoniale “Se questo è un uomo” (1947/1958) e il secondo, “La tregua” (1963)sussistono molteplici differenze a livello di composizione e di scelte stilistiche. Questa evoluzione è ancora più chiara se consideriamo la struttura e l’organizzazione del materiale memoriale nelle forme del racconto breve, da “Storie Naturali (1966) a “Il sistema periodico (1975) (per citare due delle molte raccolte di racconti pubblicate dall’autore in cui compare anche il tema del Lager), fino ovviamente all’ultima e più lucida analisi contenuta nel saggio “I sommersi e salvati” (1986).

Attraverso un’analisi in chiave comparata di quelle opere in cui l’autore descrive e problematizza più a fondo il nucleo tematico della persecuzione e dello sterminio nazisti, si intuisce quanto la necessità di render memoria di Auschwitz sia sempre stata accompagnata da una domanda fondamentale, di natura etica e metodologica, nello scrittore torinese: quale è infatti il medium linguistico e narrativo più efficace per tramandare ai posteri gli orrori della realtà concentrazionaria, e quale forma della narrazione dunque – tenendo conto delle sue componenti strutturali quali ad esempio i ruoli dei personaggi e la struttura l’intreccio – può esser la più appropriata per ritrarre in maniera autentica l’evento spartiacque nella storia dell’Occidente contemporaneo? Il rischio di cadere in considerazioni parziali o banali, o di ripiegare su toni emozionali e accattivanti per lo scrittore che si misura con una materia così problematica, è infatti molto elevato. L’intervento illustra come la testimonianza letteraria di Primo Levi sfrutti alcuni meccanismi della narrazione ripudiandone altri, ovvero come il suo ritratto dell’universo concentrazionario non sia riducibile allo schema “buoni contro cattivi”, né assimilabile al mito dell’eroe che supera molte e oscure peripezie per tornare a casa. Partendo dai suoi libri testimoniali più famosi, si toccheranno considerazioni di natura linguistica e narratologica rispetto alla tematica del Lager nell’opera di Levi, prendendo in considerazione il contesto storico in cui egli scrive e l’evoluzione dei toni e delle rappresentazioni relative alla Shoah dagli anni ’60 in poi. 

Martedì 22 febbraio – 11:00 | Online

Presentazione del libro “In barba a H”

di Oliviero Stock, (Bompiani, 2022)

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È il 1938, Adolf Hitler entra a Vienna su una Mercedes scoperta, accolto dalla folla esultante. Dalla loro casa affacciata sul Ring, Gerty – la madre dell’autore – e i suoi genitori assistono alla scena, consapevoli che di lì a poco saranno costretti ad abbandonare tutto per salvarsi.

Nella prima fase delle persecuzioni naziste c’è ancora qualche margine d’azione, e così Ferdinand e Isabella, Adolf e Anna, Gerty e Guido, Harry e Georg – le tre generazioni della famiglia ebraica protagonista di queste pagine – si muovono con coraggio e creatività, assistiti da un fattore determinante: la fortuna. La stessa fortuna che sarà necessaria anche più avanti per sopravvivere nell’Italia sotto il nazifascismo. È intrecciando le loro storie fuori dall’ordinario, ricostruite attraverso i diari di Ferdinand e Gerty, e l’indagine storica sul contesto e sui fatti nei loro dettagli più minuti, che “In barba a H” testimonia la forza della vita sull’orlo dell’indicibile abisso.

Venerdì 25 febbraio – 10:00 | Online

La memoria della Shoah in Italia, ieri e oggi

a cura di Filippo Focardi, Università di Padova

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All’indomani della fine della Seconda guerra mondiale fu elaborata in Italia una memoria della Shoah che ridimensionava fortemente la responsabilità italiane nella persecuzione degli ebrei: le “leggi razziali” del 1938 furono considerate falsamente una mera imposizione di Hitler e fu enfatizzato il comportamento del popolo italiano, descritto come unanime nella solidarietà e nell’aiuto agli ebrei perseguitati.

Fu solo a partire dal 1988 che questa visione auto-assolutoria fu contestata, mettendo in evidenza le origini interne della legislazione antisemita del fascismo e la sue efficacia persecutoria, dovuta anche al coinvolgimento attivo di ampi settori della società italiana. L’introduzione nel 2000 della Giornata della Memoria ha costituito un ulteriore passaggio per la memoria della Shoah in Italia, da un lato richiamando l’attenzione sulla persecuzione antisemita, dall’altro riportando in auge la figura del “bravo italiano” salvatore di ebrei.


Eventi collegati

Il programma delle cerimonie commemorative del 27 gennaio e degli altri eventi collegati è disponibile su www.padovanet.it.

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Per informazioni
Ufficio Progetto Giovani
via Altinate, 71 – 35121 Padova
E-mail: progettogiovani.scuola@comune.padova.it