La Fiera delle Parole 2023 per le scuole

A cura di
Relatori vari

Destinatari
Classi I-II-III-IV-V

Quando
Dal 5 al 7 ottobre

Dove
Centro Culturale Altinate San Gaetano, Fiera di Padova

Modalità
Conferenza plenaria

Durata
Incontri di 2 ore


L’iniziativa

La Fiera delle Parole torna a Padova dal 4 all’8 ottobre 2023 con un programma ricco di appuntamenti che vedranno protagonisti scrittori, giornalisti, critici e studiosi, ma anche personaggi della cultura e dello spettacolo.

In collaborazione con l’ufficio Progetto Giovani, la manifestazione prevede un programma di incontri mattutini rivolti alle scuole secondarie di secondo grado della città, dal 5 al 7 ottobre.


Gli appuntamenti

Giovedì 5 ottobreVenerdì 6 ottobreSabato 7 ottobre

Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 9:00-10:30

Gian Francesco Giudice

Prima del Big Bang. Come è iniziato l’universo e cosa è avvenuto prima

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«In questo bellissimo libro, di una chiarezza esemplare, Gian Giudice ci guida per mano attraverso la storia e i misteri del Big Bang.» – Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica 2021 «Un racconto affascinante, incantevole.

Una fiaba che racconta una storia vera lunga 13,8 miliardi di anni. Emozionante dalla prima all’ultima pagina.» – Fabiola Giannotti, fisico delle particelle, direttrice generale del CERN

Un fisico teorico tra i più importanti del CERN di Ginevra torna in treno da un convegno, gli occhi fissi su un denso articolo di cosmologia quantistica. All’improvviso, la voce di una bambina interrompe le sue riflessioni. «Cosa stai leggendo?» «È la storia dell’universo.» «Se racconta tutta la storia dell’universo, parla anche di me?» Da questa domanda, e dall’urgenza di spiegare – unendo la precisione dello scienziato al registro mai banale né ermetico del divulgatore – la storia del cosmo e delle teorie che lo descrivono prende l’avvio il libro che stringete tra le mani. Un viaggio attraverso l’evoluzione dell’universo, che si spinge ai limiti attuali delle possibilità di conoscenza umana, snodandosi tra relatività generale e costante cosmologica, meccanica quantistica e geometrie non euclidee, spazi a curvatura positiva e negativa, principio di indeterminazione di Heisenberg e multiverso…

Gian Francesco Giudice riesce a unire scienza, storia della scienza e storia del pensiero, ripercorrendo il dibattito che ha animato una comunità di fisici e di astronomi di fronte all’ipotesi e poi alla conferma del Big Bang: non l’«Inizio di Tutto», l’ipotizzato evento all’origine dello spaziotempo cui spesso si collega questa espressione, ma il fenomeno fisico ormai assodato che segna l’avvento del cosmo descrivibile dalle leggi fisiche conosciute. «L’istante iniziale di una zuppa calda che contiene tutti gli ingredienti dell’odierno universo.» Dalle diatribe più accese alle prime conferme empiriche del Big Bang, questo libro ripercorre le scoperte di grandi pensatori e scienziati fino a condurci alle frontiere dell’attuale ricerca scientifica. Una parabola affascinante e stimolante, che affronta concetti complessi con la fluidità del racconto e ci permette di comprendere meglio l’universo attorno a noi.

Gian Francesco Giudice (Padova, 1961) è direttore del Dipartimento di Fisica Teorica del CERN di Ginevra e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Una tra le figure internazionali più prestigiose nella fisica teorica delle particelle elementari, ha svolto attività di ricerca negli Stati Uniti e in Europa, dando contributi fondamentali alla comprensione del mondo microscopico subnucleare e le sue conseguenze per la storia primordiale dell’universo. È autore di Odissea nello Zeptospazio (Springer, 2010), un libro divulgativo sul progetto LHC, il grande collisore di particelle in funzione al CERN.


Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 11:00-12:30

Guido Barbujani

Cesare Lombroso e le razze umane

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I cataloghi delle razze umane proposti a partire dall’Ottocento sono in parte un tentativo di giustificare lo schiavismo, ma rappresentano anche un anche un primo abbozzo di studio scientifico dell’uomo, nel filone dell’evoluzionismo. Ci vorranno decenni per capire quanto il concetto di razza sia inadeguato per descrivere la diversità umana; nel frattempo si sarà diffusa l’idea che la nostra personalità rifletta qualcosa che sta nel sangue (come si diceva allora) o nel DNA (come si direbbe oggi).

Un convinto assertore di questa impostazione determinista è Cesare Lombroso. Per Lombroso, e per il suo allievo Alfredo Niceforo che nel 1898 pubblica L’Italia barbara contemporanea, l’evoluzione ammette passi all’indietro, in cui riemergono tendenze ataviche alla criminalità, alla follia, oppure al genio. Oggi le tesi lombrosiane sono screditate, così come la bipartizione degli italiani in due razze, con un nord abitato da ariani e un sud da mediterranei. Tuttavia la convinzione che a un comune substrato razziale si accompagni una psicologia collettiva resta diffusa nel dibattito politico e sociale, nonostante lo studio dei geni e dei genomi l’abbia ampiamente smentita.

Guido Barbujani ha lavorato nelle Università di Padova, Bologna, State of New York a Stony Brook e Londra, e attualmente insegna Genetica all’Università di Ferrara come professore ordinario. Ha pubblicato saggi scientifici, tra cui L’invenzione delle razze (Bompiani nuova edizione 2018, premio Merck-Serono e selezione Galileo), Sono razzista, ma sto cercando di smettere (con Pietro Cheli), Lascia stare i santi. Una storia di reliquie e di scienziati, Contro il razzismo (con Marco Aime, Federico Faloppa e Clelia Bartoli), Gli africani siamo noi (Laterza 2016 premio selezione Galileo), Il gene riluttante (con Lisa Vozza) e Il giro del mondo in sei milioni di anni (con Andrea Brunelli), e per ultimi: Europei senza se e senza ma (Bompiani nuova edizione 2021), e Come eravamo. Storie dalla grande storia dell’uomo (Laterza 2022).


Centro Culturale Altinate San Gaetano – Auditorium | 11:00-12:30

Massimo Vitali

Tante piccole storie d’umore

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L’incontro inizia con presentazione dell’ultimo romanzo di Massimo Vitali, Il circolo degli ex (Sperling & Kupfer) che parla di sofferenze amorose e del conseguente cambiamento di umore, con l’obiettivo di spingere i lettori a riflettere sulla loro esperienza, per sdrammatizzarla. Nella seconda parte, collegata alla prima dal concetto di “mutamento di umore”, con spontaneità, improvvisazione e coinvolgimento si affronta anche il tema spinoso della malattia.

Il libro

La fine di certe storie d’amore equivale alla fine universale dell’amore. Invece di aprirti al futuro, hai la certezza di non riuscire mai più a trovare un amore come quello che hai perso. Questa è la certezza di Pietro, che non sente Ginevra da due mesi e cinque giorni, dopo essersi lasciati e ripresi così tante volte da non ricordarsi più quante. Compresa l’ultima, per lui, come se fosse la prima. Fino a quando capisce che se l’amore a volte crea dipendenza e altera la percezione della realtà, allora, come per altre dipendenze, il prezioso sostegno di un gruppo d’ascolto può davvero essere la soluzione. Così a Pietro arriva l’illuminazione: fondare “il Circolo degli ex”, un centro di recupero per la fine di certe storie d’amore. Cesare, il suo migliore amico, ospiterà le riunioni del mercoledì, il Decalogo per la libertà amorosa è stato stilato, i partecipanti hanno già il dito sul campanello. Nel corso delle settimane il Circolo diventa un appuntamento imprescindibile, uno spazio fisso nel quale aprirsi, guardarsi in faccia per raccontare la propria storia e, perché no, tornare a innamorarsi.

Massimo Vitali è nato a Bologna nel 1978. Per l’editore Fernandel ha pubblicato i romanzi L’amore non si dice (2010) e Se son rose (2011). Da quest’ultimo sono state tratte due pièce teatrali e il film Nel bagno delle donne, andato in onda su Sky Cinema Uno e disponibile su Rai Play. Successivamente, per Sperling & Kupfer ha pubblicato Una vita al giorno e Il circolo degli ex. Nel 2023 è uscito il romanzo per ragazzi Zeno in condotta (DeAgostini). È docente di Scrittura Creativa presso la Scuola Internazionale di Comics nelle sedi di Reggio Emilia e Firenze.

Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 9:00-10:30

Giulio Boccaletti

Siccità. Un Paese alla frontiera del clima

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Nel marzo del 2022, dopo mesi di temperature elevate e precipitazioni sotto la norma, un carro armato è spuntato dalle secche del Po. Poco più di un anno dopo, i fiumi della Romagna hanno rotto gli argini sommergendo case, aziende e coltivazioni. L’Italia sta affrontando un cambiamento climatico tra i più difficili in Europa. Siccità e ondate di caldo ogni anno più soffocanti si alternano a piogge monsoniche e alluvioni imprevedibili. Non stiamo vivendo una tragica e sfortunata sequenza di eventi catastrofici, ma la statistica di una nuova normalità. Il clima sta cambiando e ci sono scelte importanti da fare. Eppure, il dibattito pubblico e politico sembra concentrarsi su questioni marginali. Il risultato? Poca chiarezza sui problemi raramente produce soluzioni efficaci.

Tra i massimi esperti di sicurezza ambientale e risorse naturali, Giulio Boccaletti affronta luci e ombre di una questione urgente e attuale, mostrando patologie, opportunità e complicazioni di un Paese alle prese con una transizione fondamentale.

Giulio Boccaletti è saggista, ricercatore onorario alla Smith School di Oxford e Senior Fellow del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici. Laureato in fisica a Bologna, ha conseguito un dottorato a Princeton. È stato ricercatore all’MIT, socio di McKinsey & Company a New York e Londra, e Chief Strategy Officer di The Nature Conservancy, la più grande organizzazione ambientale al mondo con sede a Washington e operazioni in più di 40 paesi. Si è occupato di sicurezza idrica con governi e istituzioni internazionali. Nel 2014 il World Economic Forum di Davos lo ha nominato Young Global Leader per il suo lavoro sull’acqua, che nel 2020 è stato oggetto del documentario di PBS H2O: The Molecule That Made Us. Il suo libro Acqua. Una biografia (Mondadori, 2022), è stato selezionato come uno dei migliori libri del 2021 da The Economist.


Auditorium Liceo Artistico Modigliani | 9:00-10:30

Margherita Losacco e Mauro Sambi

Diego Valeri e Padova Città materna

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Le case editrici Ronzani e Padova University Press ripubblicano un libro ormai introvabile di straordinaria prosa poetica, Città materna (Padova) di Diego Valeri – poeta, francesista, per vent’anni professore dell’Università di Padova. Il testo di Valeri, una raccolta di prose poetiche sulla città di Padova del secolo scorso, per sua natura facilmente fruibile da parte di un pubblico ampio e variegato di lettori, ben si presta a un’azione di vasta disseminazione nelle scuole della città, nelle quali gli studenti e le studentesse saranno portati innanzitutto a conoscere un grande scrittore, legato alla sua città da un profondo vincolo sentimentale.

Da qui potrà scaturire la riflessione sui modi con cui lo sguardo di Valeri restituisce e trasfigura l’immagine della città in cui essi/e vivono dalla prospettiva di un passato oggettivamente recente, ma per molti aspetti, nella loro percezione, remoto rispetto al loro modo di vedere e vivere la città presente. Ne conseguirà una consapevolezza più profonda della storia e dell’identità culturale della città e del loro rapporto con essa, alla quale saranno invitati a dare forma con l’iniziativa di scrittura e pubblicazione prevista dal progetto.

Margherita Losacco è professoressa di Filologia classica presso il DISSGeA-Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università degli Studi di Padova. Insegna Filologia greca ed è parte del Collegio del Dottorato in Scienze linguistiche, filologiche e letterarie. Si occupa di tradizione manoscritta e storia della tradizione dei testi greci.

Mauro Sambi (1968) è professore ordinario di Chimica generale e inorganica e di Chimica delle superfici all’Università di Padova. La sua attività scientifica riguarda lo studio della struttura e della reattività di nanosistemi bidimensionali supportati su superfici inorganiche. Dal 2021 dirige Padova University Press, la casa editrice dell’Università di Padova. In parallelo all’attività professionale ha sempre coltivato interessi letterari.


Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 11:00-12:30

Enrico Galiano

Geografia di un dolore perfetto

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Quando sei bambino tuo padre è un supereroe. Nessuno ti spiega che anche i supereroi possono cadere e farsi male, e soprattutto farti male. Pietro lo sa fin troppo bene: suo padre lo ha abbandonato quando era ancora un ragazzino. L’unica cosa che gli ha lasciato è quella che lui chiama spezzanza, la sensazione di essere spezzati, di vivere sempre a metà. Eppure Pietro ha un vita perfetta: è diventato un professore universitario e ha una moglie e un figlio che ama. Fino a quando riceve una telefonata che cambia tutto. Deve andare a Tenerife il prima possibile: un viaggio in aereo attraverso il mare lo divide dall’attimo più importante della sua vita. Pietro corre, e più corre più si rende conto che sta andando incontro al vero sé stesso e ai suoi fantasmi. Sono lì a ricordargli che capita, a volte, di trovarsi all’improvviso lontanissimi da sé stessi, così tanto da non sapere più chi si è veramente: come i punti che gli atlanti chiamano «poli dell’inaccessibilità», quelli più lontani e irraggiungibili del globo. Quando succede, i geografi dicono che, per salvarsi, l’unica cosa da fare è guardare su. Cercare una stella, e poi andare dritti dove dice lei. Può avere i contorni di un amore o di un dolore. Di un desiderio o di una paura. Perché a volte non siamo nel posto sbagliato, stiamo solo cambiando. A volte arriva il momento di fare pace con tutte le ferite di quando si era bambini.

Enrico Galiano apre la sua anima ai lettori in un romanzo che indaga il rapporto più antico, autentico e complicato: quello tra figlio e genitore. Un romanzo che pone una domanda che va dritta al cuore: quando si smette di essere figli? C’è un giorno, un momento, una linea che si supera e poi non si è più figlio di qualcuno, ma solo un uomo o una donna? Con la sua inconfondibile delicatezza, Enrico Galiano ci regala una prova di narratore maturo con una storia avvincente e coinvolgente. Una storia che, pagina dopo pagina, diventa sempre più la storia di tutti noi.

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i venti milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2020 il «Sole 24 Ore» lo ha inserito nella lista dei dieci insegnanti più influenti sul web. Il suo romanzo d’esordio, Eppure cadiamo felici, in corso di traduzione in tutta Europa, è stato il libro rivelazione del 2017 e ha vinto il Premio internazionale Città di Como come migliore opera prima e il Premio cultura mediterranea. Con Garzanti ha pubblicato anche Tutta la vita che vuoi (2018), Più forte di ogni addio (2019), Dormi stanotte sul mio cuore (2020), Felici contro il mondo (2021) e i saggi L’arte di sbagliare alla grande (2020) e Scuola di felicità per eterni ripetenti (2022).

Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 9:00-10:30

Riccardo Iacona e Paolo Di Stefano

Mai più Vajont 1963/2023

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Mai più Vajont 1963/2023 è il racconto della strage del Vajont nella ricorrenza dei 60 anni. Un libro firmato da due giornalisti importanti, Paolo Di Stefano, storica firma del Corriere della Sera e Riccardo Iacona, conduttore di Presadiretta (Rai3). Di Stefano ripercorre il racconto del Vajont attraverso le parole delle grandi firme del passato, le inchieste e i fatti giudiziari; Riccardo Iacona parte dal Vajont per ricostruire la trama sempre identica dei tanti Vajont d’Italia, fino a oggi, al crollo del Ponte Morandi e all’alluvione dell’Emilia-Romagna.

Il libro propone, per la prima volta insieme, i grandi pezzi di Giorgio Bocca, Indro Montanelli, Dino Buzzati, Corrado Stajano, Ettore Mo e molti altri. Mette in gran risalto il valore civile del giornalismo investigativo. Un testo che è memoria storica, imprescindibile se si vuole evitare che la storia si ripeta, ma che ha anche l’ambizione di proporsi come manifesto politico. Mai più Vajont parla a tutto il Paese, continuamente colpito da disastri e tragedie ambientali che non possono essere considerati fatali disgrazie.

Paolo Di Stefano è stato responsabile delle pagine culturali del “Corriere della Sera” ed è attualmente inviato speciale del giornale. Uno dei suoi libri più belli e importanti, La catastròfa (Sellerio), grande esempio di scrittura civile, racconta la tragedia dell’agosto 1956 a Marcinelle, in Belgio, dove morirono 136 minatori italiani.

Riccardo Iacona, tra i più amati e seguiti giornalisti italiani, ha ideato e conduce Presadiretta (Rai3). È anche autore di libri importanti con venduti significativi. Tra questi in particolare Se questi sono gli uomini (Chiarelettere), grande giornalismo dedicato al tema della violenza sulle donne.


Fiera di Padova – Padiglione 11, Sala A | 11:00-12:30

Aldo Cazzullo

Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: L’Impero infinito

Incontro rivolto alle scuole superiori, ma aperto a tutto il pubblico cittadino

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La storia del più grande impero di tutti i tempi rivive la sua perenne attualità attraverso la lettura acuta e illuminante di Aldo Cazzullo.

L’Impero romano non è mai caduto. Tutti gli imperi della storia si sono presentati come eredi degli antichi romani: l’Impero romano d’Oriente; il Sacro Romano Impero di Carlomagno; Mosca, definita da Ivan il Terribile la terza Roma. E poi l’Impero napoleonico e quello britannico. I regimi fascista e nazista. L’impero americano e quello virtuale di Mark Zuckerberg, grande ammiratore di Augusto: il primo uomo a guidare una comunità multietnica di persone che non si conoscevano tra loro ma condividevano lingua, immagini, divinità, cultura.

Roma vive. In tutto il mondo le parole della politica vengono dal latino: popolo, Senato, Repubblica, pace. Kaiser e Zar derivano da Cesare. I romani hanno dato i nomi ai giorni e ai mesi. Hanno ispirato poeti e artisti in ogni tempo, da Dante a Hollywood. Hanno dettato le regole della guerra, dell’architettura, del diritto che vigono ancora oggi. Hanno affrontato questioni che sono le stesse della nostra quotidianità, il razzismo e l’integrazione, la schiavitù e la cittadinanza: si poteva diventare romani senza badare al colore della pelle, al dio che si pregava, al posto da cui si veniva. A noi italiani in particolare i romani hanno dato le strade, la lingua, lo stile, l’orgoglio, e il primo embrione di nazione.

Il libro racconta la fondazione mitica di Roma, dal mito letterario di Enea a quello di Romolo. L’età repubblicana, con gli eroi – tra cui molte donne – disposti a morire per la patria. L’avventura di golpisti come Catilina e di rivoluzionari come Spartaco, lo schiavo che ha ispirato ribelli di ogni epoca. La straordinaria storia di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, due tra i più grandi uomini mai esistiti. E la vicenda di Costantino: perché se oggi l’Occidente è cristiano, se preghiamo Gesù, se il Papa è a Roma, è perché l’impero divenne cristiano.

Attraverso un racconto pieno di dettagli e curiosità, alla portata del lettore colto ma anche di quello semplicemente curioso, Aldo Cazzullo ricostruisce il mito di Roma, partendo dai personaggi e dalle storie e arrivando alle idee e ai segni. A cominciare da quello che è stato il simbolo di tutti gli imperi del mondo, da Roma all’America: l’aquila.

Aldo Cazzullo da 35 anni racconta i principali eventi italiani e internazionali, prima sulla Stampa poi sul Corriere della Sera, di cui ora è vicedirettore e responsabile della pagina delle Lettere. Ha pubblicato trenta libri sulla storia e l’identità italiana, vendendo un milione e mezzo di copie. L’ultimo, Mussolini il capobanda, ha superato le 150 mila copie. Conduce su La7 “Una giornata particolare”: la prima stagione ha avuto una media di un milione di spettatori a puntata; la seconda parte nel settembre prossimo. Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito è il suo primo libro pubblicato da HarperCollins.


Centro Culturale Altinate San Gaetano – Auditorium | 11:00-12:30

Marco De Paolis

Caccia ai nazisti. Marzabotto, Sant’Anna e le stragi naziste in Italia: la storia del procuratore che ha portato i colpevoli alla sbarra

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“Nonostante il lungo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione degli autori e per l’accertamento delle responsabilità”. Recita così il decreto di archiviazione del 1960 per i fascicoli dell’”Armadio della vergogna“, con il quale la procura generale militare di Roma negherà la giustizia per le stragi compiute dai nazifascisti in Italia dopo l’8 settembre 1943. Non era vero. Le “notizie utili” c’erano eccome, ma qualcuno aveva scelto, arbitrariamente, di non andare avanti con le indagini. A fare una scelta diversa, a oltre quarant’anni da quell’archiviazione, sarà il giovane procuratore militare di La Spezia, Marco De Paolis.

In questo libro è lui a raccontare i quindici anni, tra il 2002 e il 2018, di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, ma anche Kos e Leros, Cefalonia: sono solo gli episodi più conosciuti tra quelli di cui De Paolis si è occupato, consapevole che “il dolore non va in prescrizione” e che la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime era stata ignorata per troppo tempo. Una storia avvincente, una caccia ai colpevoli tra Italia, Germania e Austria per interrogare gli ex SS ancora in vita e stabilirne le responsabilità, portarli alla sbarra, farli condannare. E insieme un racconto intimo e privato di cosa ha significato immergersi in “un dolore così immenso”, come lo definirà uno dei sopravvissuti, il dolore di chi ha dovuto subire l’ulteriore ingiustizia “del mancato assolvimento da parte dello Stato del primario e doveroso compito di ricercare, processare e punire i responsabili di quella brutale violenza”. Con la prefazione di Liliana Segre.

Marco De Paolis è Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare d’Appello di Roma. È considerato uno dei maggiori esperti in materia giuridica di crimini di guerra della seconda guerra mondiale, ha istruito e portato a dibattimento 18 processi, dal 2003 al 2012, per le più gravi stragi nazi-fasciste compiute in Italia durante la seconda guerra mondiale tra cui Monte Sole e Sant’Anna di Stazzema. È autore di numerosi saggi e pubblicazioni a carattere scientifico sul tema dei crimini di guerra e nel campo del diritto penale militare, tra cui: La difficile giustizia. I processi per crimini di guerra tedeschi in Italia (1943-2013), Viella 2016 (con P. Pezzino); Sant’Anna di Stazzema. Il processo, la storia, i documenti, Viella 2016 (con P. Pezzino); Cefalonia. Il processo, la storia, i documenti, Viella, 2017 (con I. Insolvibile).


Come partecipare

Le iscrizioni sono chiuse.


Gli interventi rientrano tra le iniziative di promozione della lettura svolte dal Comune di Padova – “Città che Legge” – nell’ambito del Patto locale per la lettura.