La memoria della Shoah

A cura di
Relatori vari

Destinatari
Classi I-II-III-IV-V

Quando
Alcune già definite, altre da concordare

Dove
Centro Culturale Altinate San Gaetano

Modalità
Lezione frontale

Durata
2 ore


L’intervento

Momenti di approfondimento sul tema dalla memoria dalla Shoah realizzati con il contributo di esperti e studiosi. Le prime lezioni sono già confermate e possono essere prenotate esprimendo la propria preferenza attraverso il modulo online.

Questi primi incontri e gli altri ancora in via di definizione potranno essere strutturati come un percorso di avvicinamento e restituzione in vista del Viaggio della Memoria o come attività integrativa per chi non parteciperà. Gli insegnanti interessati a ricevere aggiornamenti sulla programmazione delle attività in quest’ambito sono invitati a esprimere il proprio interesse tramite il modulo di prenotazione.

La rete italiana della Memoria

Si segnala, inoltre, la possibilità di raggiungere in treno i luoghi della memoria italiani, usufruendo del 60% di sconto sul biglietto ferroviario Alta Velocità di Trenitalia:

  • il Civico Museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale (Comune di Trieste);
  • il Memoriale della Shoah di Milano;
  • il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS di Ferrara;
  • la Fondazione per il recupero e la valorizzazione della memoria storica del Campo di Fossoli;
  • la Fondazione Museo della Shoah (Roma)
  • il Museo Internazionale della Memoria Ferramonti di Tarsia (CS)

Il viaggio sarà organizzato autonomamente dall’Istituto interessato; Progetto Giovani è a disposizione per offrire il supporto didattico pre-partenza o, eventualmente, in loco. I docenti possono segnalare il loro interesse all’indirizzo email progettogiovani.scuola@comune.padova.it.


16 ottobre | A ottant'anni dalla deportazione degli ebrei di Roma

A cura di Amedeo Osti Guerrazzi, Università degli Studi di Padova

Il 16 ottobre 1943 si è svolta la più grande operazione di arresto e deportazione di ebrei dall’Italia. Circa 1022 persone (uomini, donne e bambini), furono catturate da un reparto della polizia tedesca e inviate, dopo un viaggio durato cinque giorni, ad Auschwitz-Birkenau. Di queste, solo 15 uomini e una donna sopravvissero. Nessun bambino.

La relazione intende ricostruire brevemente i fatti, per incentrarsi poi sui motivi che spinsero i nazisti a organizzare tale operazione, e sui motivi delle reazioni degli spettatori, cioè della popolazione romana. Infine, si parlerà della memoria della deportazione dall’Italia e sui motivi che hanno portato a cancellare le responsabilità del fascismo e di parte della società italiana nello sterminio dei concittadini considerati “di razza ebraica”.

Lezione realizzata in collaborazione con Casrec – Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università di Padova.

31 ottobre | Dal 1938 ad oggi. La persecuzione razziale in Italia durante il fascismo, le pietre di inciampo e i viaggi della memoria

Lezione in occasione della giornata nazionale “Giovani e memoria”.

A cura di Giulia Simone, Università degli Studi di Padova

Sebbene il rapporto tra la città di Padova e il mondo ebraico sia plurisecolare, nel 1938 il regime fascista operò una frattura che investe l’intera società civile patavina. Come si è attuata la persecuzione razziale? Come ha reagito la città di Padova? La lezione si sofferma sull’implementazione delle leggi razziali soprattutto nelle istituzioni culturali, vale a dire nelle scuole e nell’università, dove la componente ebraica aveva dato apporti fondamentali; in controluce, si ricostruisce il clima di antisemitismo che monta a Padova, ricostruendone la genesi, gli sviluppi durante il fascismo e le conseguenze della Shoah nelle drammatiche vicende dell’ebraismo padovano.

Come preservare la memoria della Shoah oggi? Come divulgare la conoscenza dei crimini perpetrati dal nazifascismo, in particolar modo presso i giovani? Si analizzano due modalità: la posa delle pietre di inciampo e i viaggi della memoria.

Lezione realizzata in collaborazione con Casrec – Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università di Padova.

La lezione è obbligatoria per i partecipanti al Viaggio della Memoria.

I contro-monumenti e i memoriali diffusi dedicati alla Shoah in Europa

A cura Chiara Becattini

Incontro di formazione dedicato ai monumenti e i memoriali della Shoah in Europa, con particolare riguardo ai progetti di memoria diffusa e i cosiddetti “countermonuments“, che lo storico americano James E. Young definisce come quei monumenti che rifiutano le caratteristiche tradizionali dell’arte memoriale pubblica, come la durevolezza, il figurativismo rappresentativo e la glorificazione del passato, privilegiando invece la relazione con lo spazio e con il pubblico affinché il compito di ricordare non venga esaurito dal monumento stesso ma assegnato a colui che lo guarda.

Negazionismo e luoghi della memoria

A cura Chiara Becattini

Manipolare i fatti, negarne l’esistenza e minacciare la distruzione di ciò che resta come traccia: queste le strategie utilizzate dai negazionisti per negare l’evidenza di ciò che i nazisti e i loro collaboratori hanno lasciato del complesso sistema di repressione, tortura e sterminio.

La lezione analizza un aspetto particolare del discorso negazionista, quello che si è impegnato a demolire la credibilità dei luoghi stessi dove le atrocità sono state commesse e che sono diventati oggi memoriali, musei e monumenti dedicati alla memoria di questo terribile capitolo della storia del Ventesimo secolo. Paradossalmente, gli attacchi negazionisti si intrecciano con gli interventi di recupero e trasformazione dei luoghi originari in monumenti e musei, dei processi spesso poco evidenti al pubblico sui quali i siti stessi offrono raramente informazioni ai visitatori.

Se questa è una memoria. Il profilo della testimonianza diretta della Shoah dal punto di vista storico, linguistico e narratologico nell’opera di Primo Levi

A cura di Francesca Pangallo

Primo Levi rappresenta oggi uno degli autori italiani più famosi, apprezzati e quindi tradotti all’estero, sebbene nel nostro Paese la sua produzione letteraria sia stata a lungo studiata soprattutto attraverso la lente del superstite e testimone della Shoah. Eppure, come dimostra la densa e variegata forma della sua opera, se da una parte l’attività di scrittura nasce in Levi certamente dall’urgenza della testimonianza, dall’altra si evolve rapidamente in una pratica di narrazione continuativa e qualitativamente superiore: già fra il primo libro testimoniale “Se questo è un uomo” (1947/1958) e il secondo, “La tregua” (1963)sussistono molteplici differenze a livello di composizione e di scelte stilistiche. Questa evoluzione è ancora più chiara se consideriamo la struttura e l’organizzazione del materiale memoriale nelle forme del racconto breve, da “Storie Naturali“(1966) a “Il sistema periodico (1975) (per citare due delle molte raccolte di racconti pubblicate dall’autore in cui compare anche il tema del Lager), fino ovviamente all’ultima e più lucida analisi contenuta nel saggio “I sommersi e salvati” (1986).

Attraverso un’analisi in chiave comparata di quelle opere in cui l’autore descrive e problematizza più a fondo il nucleo tematico della persecuzione e dello sterminio nazisti, si intuisce quanto la necessità di render memoria di Auschwitz sia sempre stata accompagnata da una domanda fondamentale, di natura etica metodologica, nello scrittore torinese: quale è infatti il medium linguistico e narrativo più efficace per tramandare ai posteri gli orrori della realtà concentrazionaria, e quale forma della narrazione dunque – tenendo conto delle sue componenti strutturali quali ad esempio i ruoli dei personaggi e la struttura l’intreccio – può esser la più appropriata per ritrarre in maniera autentica l’evento spartiacque nella storia dell’Occidente contemporaneo? Il rischio di cadere in considerazioni parziali o banali, o di ripiegare su toni emozionali e accattivanti per lo scrittore che si misura con una materia così problematica, è infatti molto elevato. L’intervento illustra come la testimonianza letteraria di Primo Levi sfrutti alcuni meccanismi della narrazione ripudiandone altri, ovvero come il suo ritratto dell’universo concentrazionario non sia riducibile allo schema “buoni contro cattivi”, né assimilabile al mito dell’eroe che supera molte e oscure peripezie per tornare a casa. Partendo dai suoi libri testimoniali più famosi, si toccheranno considerazioni di natura linguistica narratologica rispetto alla tematica del Lager nell’opera di Levi, prendendo in considerazione il contesto storico in cui egli scrive e l’evoluzione dei toni e delle rappresentazioni relative alla Shoah dagli anni ’60 in poi.


Come partecipare

Le iscrizioni sono chiuse.


Sul tema della memoria della Shoah, è possibile prenotare anche l’intervento del magistrato Marco De Paolis all’interno della Fiera delle Parole per le scuole.