Mona Mohagheghi | Quotidiana16

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Mona Mohagheghi nasce a Tehran nel 1981. Inizia un percorso di studi in area scientifica e si laurea in Matematica all’Università di Teheran nel 2004. Nel 2005 si trasferisce a Firenze e frequenta l’Accademia di Belle Arti diplomandosi in Pittura e completando gli studi nel 2012 con il Biennio specialistico in Arti Visive e 
Nuovi Linguaggi Espressivi.

Una mappatura per i tempi di attesa

Due stampe su cartoncino, molle fermacarte, due cornici di legno con vetro, 45 x 70 cm ciascuna, 2015

La ricerca artistica di Mona Mohagheghi si connota come una riflessione sui concetti socio-politici e sulle tematiche del tempo, della memoria e dell’identità, utilizzando linguaggi diversi, soprattutto l’installazione e il video. Mohagheghi ha trascorso cinque giorni cercando lavoro e promuovendo proposte culturali in diverse località toscane, spesso senza ricevere una risposta chiara o un risultato concreto. Ha registrato i suoi movimenti nello spazio nell’arco di cinque ore della giornata e li ha documentati trascrivendone le coordinate geografiche. La percezione del tempo cambia nei momenti di attesa e la maggior parte di queste ore passate a girare per la Toscana vengono vissuti come tempi persi e meno produttivi.

Parallelamente, Mohagheghi ha studiato la situazione dei posti di blocco controllati dalle milizie israeliane nei territori palestinesi occupati a West Bank, in particolare quella del checkpoint 300 a Bethlehem, attraversato ogni mattina da più di seimila palestinesi per raggiungere le proprie case, scuole e luoghi di lavoro. In media, ci vogliono trenta minuti per passare da una parte all’altra e, se un cancello è chiuso, altri trenta minuti. La distanza tra l’ingresso e l’uscita è di appena due chilometri e ci vogliono comunque dalle due ore e mezza alle cinque ore di attesa in coda. Le condizioni umanitarie in questi posti di blocco sono sempre peggiori e umilianti. La percezione del tempo perso per un palestinese medio, oltre ad essere diversa, è legata anche a un superamento di sentimenti di paura e di umiliazione, diventati ormai parte della quotidianità. La stessa cronologia che scandisce una giornata può così avere un senso diverso da un’altra parte del mondo, su un’altra coordinata geografica.

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