Promozione della lettura – Incontri per le scuole

Progetto Giovani propone alle scuole superiori della città una serie di appuntamenti di promozione ed educazione alla lettura, attraverso la presentazione di classici e grazie agli incontri con autori di narrativa italiani, nell’ambito delle attività didattiche integrative proposte per l’anno scolastico 2020/2021.

Tutti i docenti interessati possono aderire compilando il modulo di registrazione. Verrà data la precedenza a chi ha già espresso il proprio interesse all’inizio dell’anno scolastico.

Tutti gli incontri si svolgono online, sulla piattaforma Zoom del nostro ufficio. In seguito all’iscrizione, i docenti saranno contattati per la conferma della prenotazione e l’invio del link di accesso.

Modulo di registrazione

Classici della letteratura raccontati da autori italiani

Mercoledì 24 marzoVenerdì 26 marzoMartedì 13 aprileMartedì 20 aprileMartedì 27 aprileMartedì 4 maggio

Mercoledì 24 marzo | 11:00-12:30

Se questa è una “memoria”

Il profilo della testimonianza diretta della Shoah dal punto di vista storico, linguistico e narratologico nell’opera di Primo Levi

a cura di Francesca Pangallo

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Primo Levi rappresenta oggi uno degli autori italiani più famosi, apprezzati e quindi tradotti all’estero, sebbene nel nostro Paese la sua produzione letteraria sia stata a lungo studiata soprattutto attraverso la lente del superstite e testimone della Shoah. Eppure, come dimostra la densa e variegata forma della sua opera, se da una parte l’attività di scrittura nasce in Levi certamente dall’urgenza della testimonianza, dall’altra si evolve rapidamente in una pratica di narrazione continuativa e qualitativamente superiore: già fra il primo libro testimoniale “Se questo è un uomo” (1947/1958) e il secondo, “La tregua” (1963)sussistono molteplici differenze a livello di composizione e di scelte stilistiche. Questa evoluzione è ancora più chiara se consideriamo la struttura e l’organizzazione del materiale memoriale nelle forme del racconto breve, da “Storie Naturali“(1966) a “Il sistema periodico (1975) (per citare due delle molte raccolte di racconti pubblicate dall’autore in cui compare anche il tema del Lager), fino ovviamente all’ultima e più lucida analisi contenuta nel saggio “I sommersi e salvati” (1986).

Attraverso un’analisi in chiave comparata di quelle opere in cui l’autore descrive e problematizza più a fondo il nucleo tematico della persecuzione e dello sterminio nazisti, si intuisce quanto la necessità di render memoria di Auschwitz sia sempre stata accompagnata da una domanda fondamentale, di natura etica metodologica, nello scrittore torinese: quale è infatti il medium linguistico e narrativo più efficace per tramandare ai posteri gli orrori della realtà concentrazionaria, e quale forma della narrazione dunque – tenendo conto delle sue componenti strutturali quali ad esempio i ruoli dei personaggi e la struttura l’intreccio – può esser la più appropriata per ritrarre in maniera autentica l’evento spartiacque nella storia dell’Occidente contemporaneo? Il rischio di cadere in considerazioni parziali o banali, o di ripiegare su toni emozionali e accattivanti per lo scrittore che si misura con una materia così problematica, è infatti molto elevato. L’intervento illustra come la testimonianza letteraria di Primo Levi sfrutti alcuni meccanismi della narrazione ripudiandone altri, ovvero come il suo ritratto dell’universo concentrazionario non sia riducibile allo schema “buoni contro cattivi”, né assimilabile al mito dell’eroe che supera molte e oscure peripezie per tornare a casa. Partendo dai suoi libri testimoniali più famosi, si toccheranno considerazioni di natura linguistica narratologica rispetto alla tematica del Lager nell’opera di Levi, prendendo in considerazione il contesto storico in cui egli scrive e l’evoluzione dei toni e delle rappresentazioni relative alla Shoah dagli anni ’60 in poi.

Francesca Pangallo (1989) vive a Venezia dove attualmente lavora come assegnista di ricerca in letterature comparate presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari. Ha concluso il dottorato in Italianistica nel 2020 con una tesi dal titolo “Passaggi di Stato: traduzione e ricezione dell’opera di Primo Levi negli Stati Uniti“. Collabora come traduttrice ed editor per progetti ed iniziative fuori e dentro l’università.

Venerdì 26 marzo | 15:00-16:30

Introduzione alla lettura di Luigi Meneghello, “I piccoli maestri” e Beppe Fenoglio, “Il partigiano Johnny”

a cura di Raffaele Riba

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“Le risate e le lacrime sono entrambe risposte alla frustrazione. Io preferisco ridere, c’è meno da pulire dopo” scriveva Kurt Vonnegut – uno che il secondo conflitto mondiale lo visse da dentro il bombardamento di Dresda. Qui, però, la frustrazione è quella di due giovani uomini, Beppe Fenoglio e Luigi Meneghello, di fronte alle storture della Storia e al modo che adottano per raddrizzarla: la Resistenza.

La risposta, invece, si articola in due libri apparentemente opposti ma complementari (“Il Partigiano Johnny” e “I piccoli maestri”): due capolavori che affrontano la tragedia di una guerra civile uno coi toni del dramma, l’altro con quelli della commedia. Forse c’è sempre da pulire dopo, ma se c’è chi ha lavato i panni per noi, non resta che ascoltare, imparare e ricordare per camminare freschi di bucato il nostro oggi.

Raffele Riba, nato a Cuneo nel 1983, è tra i curatori di “Scrittorincittà” e insegna presso la Scuola Holden. Ha esordito nel 2014 con “Un giorno per disfare” (66thand2nd) e nel 2015, per Loescher, è uscito “Abbi pure paura”. L’ultimo suo libro è “La custodia dei cieli profondi” (66thand2nd).

Appuntamento realizzato in collaborazione con Holden Classics.

Martedì 13 aprile | 15:00-16:30

Raccontare Beppe Fenoglio, “Una questione privata”

a cura di Emiliano Poddi

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L’incontro presuppone che gli studenti abbiano letto il romanzo.

Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton (quasi una controfigura di Fenoglio stesso), è un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un’azione militare rivede la villa dove aveva abitato Fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi del suo amore, rievocandone le vicende, viene a sapere che Fulvia si è innamorata di un suo amico, Giorgio.

Dice Italo Calvino: «Una questione privata è costruito con la geometrica tensione d’un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando furioso, e nello stesso tempo c’è la Resistenza proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia. Ed è un libro di paesaggi, ed è un libro di figure rapide e tutte vive, ed è un libro di parole precise e vere. Ed è un libro assurdo, misterioso, in cui ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro, e quest’altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché».

Emiliano Poddi è nato a Brindisi nel 1975. Autore teatrale e radiofonico (Dal 2004 al 2008 ho lavorato in radio come perRadio2 Rai e Radio Svizzera Italiana), ha scritto i romanzi “Tre volte invano” (selezione Premio Strega), “Alborán” e, per Feltrinelli, “Le vittorie imperfette” (2016) e “Quest’ora sommersa“. Insegna alla Scuola Holden di Torino dal 2005.

Appuntamento realizzato in collaborazione con Holden Classics.

Martedì 20 aprile | 10:00-11:30

Natalia Ginzburg, “Memoria”

a cura di Giulia Caminito

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L’incontro presuppone che gli studenti abbiano letto almeno alcuni dei racconti consigliati.

Dalle fabbriche di Torino alla perdita del marito Leone Ginzburg, dalla autobiografia alla scrittura dei romanzi, dai racconti ai pensieri. Un incontro per ricordare la scrittura e la vita di una delle autrici italiane più importanti del Novecento: Natalia Ginzburg.

Diventata famosa per “Lessico famigliare”, non sempre menzionata sui libri scolastici, difficilmente studiata, Ginzburg resta custode e testimone della scrittura del secondo dopoguerra, capace di inventare nuovi linguaggi, indimenticabile per gli episodi della sua vita che hanno incrociato la Storia più dura del secolo scorso. A partire dalla poesia “Memoria” un viaggio in compagnia della scrittrice e di quello che ci ha lasciato.

Testi consigliati: “Un’assenza. Racconti, memorie, cronache 1933-1988”, “Cinque romanzi brevi e altri racconti”

Giulia Caminito (1988) è nata e vive a Roma, dove si è laureata in filosofia politica. Il suo primo romanzo “La grande A” (Giunti 2016) ha vinto i premi Bagutta Opera Prima, Berto e Brancati Giovani. A dicembre 2018 il suo primo libro per bambini “La ballerina e il marinaio” (orecchio acerbo), seguito nel 2019 dal romanzo “Un giorno verrà” (Bompiani, Premio Fiesole Under 40). Con il suo ultimo romanzo, “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani 2021) è candidata al Premio Strega 2021. Fa parte della Società Italiana delle Letterate e cura Under – Festival di nuove scritture.

Martedì 27 aprile | 10:00-11:30

Natalia Ginzburg, “Memoria”

a cura di Giulia Caminito

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L’incontro presuppone che gli studenti abbiano letto almeno alcuni dei racconti consigliati.

Dalle fabbriche di Torino alla perdita del marito Leone Ginzburg, dalla autobiografia alla scrittura dei romanzi, dai racconti ai pensieri. Un incontro per ricordare la scrittura e la vita di una delle autrici italiane più importanti del Novecento: Natalia Ginzburg.

Diventata famosa per “Lessico famigliare”, non sempre menzionata sui libri scolastici, difficilmente studiata, Ginzburg resta custode e testimone della scrittura del secondo dopoguerra, capace di inventare nuovi linguaggi, indimenticabile per gli episodi della sua vita che hanno incrociato la Storia più dura del secolo scorso. A partire dalla poesia “Memoria” un viaggio in compagnia della scrittrice e di quello che ci ha lasciato.

Testi consigliati: “Un’assenza. Racconti, memorie, cronache 1933-1988”, “Cinque romanzi brevi e altri racconti”

Giulia Caminito (1988) è nata e vive a Roma, dove si è laureata in filosofia politica. Il suo primo romanzo “La grande A” (Giunti 2016) ha vinto i premi Bagutta Opera Prima, Berto e Brancati Giovani. A dicembre 2018 il suo primo libro per bambini “La ballerina e il marinaio” (orecchio acerbo), seguito nel 2019 dal romanzo “Un giorno verrà” (Bompiani, Premio Fiesole Under 40). Con il suo ultimo romanzo, “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani 2021) è candidata al Premio Strega 2021. Fa parte della Società Italiana delle Letterate e cura Under – Festival di nuove scritture.

Martedì 4 maggio | 15:00-16:30

Luigi Meneghello, “I piccoli maestri” e Beppe Fenoglio, “Il partigiano Johnny”

a cura di Raffaele Riba

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L’incontro presuppone che gli studenti abbiano letto entrambi i romanzi.

“Le risate e le lacrime sono entrambe risposte alla frustrazione. Io preferisco ridere, c’è meno da pulire dopo” scriveva Kurt Vonnegut – uno che il secondo conflitto mondiale lo visse da dentro il bombardamento di Dresda. Qui, però, la frustrazione è quella di due giovani uomini, Beppe Fenoglio e Luigi Meneghello, di fronte alle storture della Storia e al modo che adottano per raddrizzarla: la Resistenza.

La risposta, invece, si articola in due libri apparentemente opposti ma complementari (“Il Partigiano Johnny” e “I piccoli maestri”): due capolavori che affrontano la tragedia di una guerra civile uno coi toni del dramma, l’altro con quelli della commedia. Forse c’è sempre da pulire dopo, ma se c’è chi ha lavato i panni per noi, non resta che ascoltare, imparare e ricordare per camminare freschi di bucato il nostro oggi.

Raffele Riba, nato a Cuneo nel 1983, è tra i curatori di “Scrittorincittà” e insegna presso la Scuola Holden. Ha esordito nel 2014 con “Un giorno per disfare” (66thand2nd) e nel 2015, per Loescher, è uscito “Abbi pure paura”. L’ultimo suo libro è “La custodia dei cieli profondi” (66thand2nd).

Appuntamento realizzato in collaborazione con Holden Classics.

Classici della letteratura raccontati dai traduttori

Mercoledì 7 aprileMercoledì 14 aprile

Mercoledì 7 aprile | 8:30-10:00

Rileggere e ritradurre Henry James: “Il giro di vite

a cura di Luca Manini

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”Ciò di cui meno riuscivo a liberarmi era l’idea crudele che, qualunque cosa io avessi visto, Miles e Flora vedevano di più… cose terribili e inimmaginabili che sorgevano dai tremendi spazi che avevano condiviso in passato.” Flora e Miles sono due bambini orfani affidati alle cure di una giovane governante da uno zio che mette a disposizione una sontuosa dimora ma non vuole essere per nessun motivo coinvolto nelle loro esistenze. All’inizio il clima è idilliaco, ma pian piano emergono i fantasmi di servitori passati che sembrano possedere i bambini. La governante ingaggia una lotta disperata contro le presenze maligne mentre si fa strada nel lettore il dubbio che sia solo lei ad avvertirle. In questo romanzo breve del 1898 Henry James coniuga la tradizione del romanzo gotico con un’indagine psicologica finissima.

Luca Manini (1962 Reggio Emilia), insegna inglese al liceo linguistico del “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia ed è cultore della materia di letteratura inglese presso l’Università degli Studi di Parma. Collabora alla rivista di traduzione letteraria “Testo a fronte” e alla rivista “Purloined Words/Parole Rubate”. Ha collaborato alla rivista “In forma di parole”, diretta da Gianni Scalia. Nel 2016 è stato insignito dal Ministero dei Beni Culturali del Premio nazionale per la traduzione letteraria. La sua traduzione per “I classici” Bompiani di ”The Turn of the Screw” è in libreria dal 2018.

Appuntamento realizzato in collaborazione con Bompiani per le scuole.

Mercoledì 14 aprile | 10:00-11:30

Rileggere e ritradurre Albert Camus: “La peste”

a cura di Yasmina Mélaouah

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Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda. Isolata, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da laboratorio per le passioni di un’umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni né è capace di ”essere felice da solo”, il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l’indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l’egoismo gretto gli alleati del morbo.

Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, “La peste” è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi. Oggi da leggere e rileggere in una nuova brillante traduzione.

Yasmina Mélaouah, nata a Tunisi, vive da sempre in Italia e da quarant’anni a Milano, dove si è laureata in letteratura francese moderna e contemporanea. Insegna traduzione letteraria alla Civica Scuola Interpreti e Traduttori di Milano. Traduce narrativa francese da quasi trent’anni e ha lavorato fra gli altri sulle opere di Daniel Pennac, Patrick Chamoiseau, Fred Vargas, Colette, Jean Genet, Andreï Makine, Laurent Mauvignier, Mathias Énard, Albert Camus, Martin Winkler e Antoine de Saint-Exupéry. Nel 2007, in occasione delle Giornate della traduzione di Urbino, ha ricevuto il premio per la traduzione del Centro Europeo per l’editoria. Nel 2019 ha vinto il Premio Vittorio Bodini alla carriera.

Appuntamento realizzato in collaborazione con Bompiani per le scuole.

Autori italiani raccontano i propri saggi

Mercoledì 21 aprile

Mercoledì 21 aprile | 11:00-12:30

Massimiano Bucchi – Io & Tech

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La tecnologia è una presenza costante nella nostra vita quotidiana. Le notifiche scandiscono le nostre giornate, i servizi offerti dai colossi dell’economia digitale selezionano le informazioni a cui possiamo accedere, propongono i temi da discutere, suggeriscono nuovi contatti e reti sociali. Ma vivere con la tecnologia non significa comprenderla. A scuola non se ne parla quasi mai. Nei media se ne parla perlopiù per esaltarla, o per demonizzarla. Con il tono spigliato e ironico di chi conosce molto bene la materia, in questo libro Massimiano Bucchi ci accompagna tra sette semplici lezioni, dialoghi immaginari con le nostre App ed esercizi rivelatori da fare con lo smartphone. Per capire che la soluzione non è né accantonare o rifuggire le tecnologie né sottovalutare l’impatto che hanno su di noi, ma riconoscerne tanto i benefici quanto le controindicazioniNon c’è rosa tecnologica senza spine. Prenderne coscienza è un primo passo, e nemmeno troppo piccolo.

Massimiano Bucchi è professore ordinario di Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento ed è stato visiting professor in Asia, Europa, Nord America e Oceania. Scrive per il “Corriere della Sera” e collabora con la trasmissione televisiva Superquark. Ha scritto una decina di libri, pubblicati in oltre venti paesi. Per Bompiani ha pubblicato “Per un pugno di idee“.

Appuntamento realizzato in collaborazione con Bompiani per le scuole.

L’iniziativa è rivolta esclusivamente alle scuole secondarie di secondo grado del Comune di Padova.