DIMORE è il progetto sperimentale di residenza d’artista ideato e promosso dall’area Creatività dell’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova – attivato assieme a sei giovani artisti iscritti all’Archivio Locale GAI e già coinvolti in alcuni progetti realizzati dall’ufficio – per capire come, e se, in questi tempi incerti si possano riconfigurare le pratiche artistiche e le professioni culturali.
DIMORE è un progetto a cura di Stefania Schiavon, Caterina Benvegnù, Elena Squizzato, con la collaborazione di Elisa Pregnolato, volontaria di Servizio Civile Universale.
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Il progetto
Il progetto nasce dall’ascolto delle riflessioni che si sono manifestate con urgenza durante il periodo di quarantena in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19. DIMORE supporta il dibattito in corso e procede tentando di mettere in discussione e riorganizzare pratiche, modalità, fruizioni relative al mondo dell’arte.
DIMORE sostiene gli artisti e le artiste nella ricerca e nella formazione, anche grazie a uno spazio di confronto ampio e dai tempi lenti e dilatati, dove sia legittimo scegliere di non fare, di non produrre, di non affannarsi per il compimento di un’opera o di un lavoro finito.
La scelta di dar vita, proprio in questo momento, a un progetto di residenza che, per definizione, prevede la coabitazione di un gruppo di artisti in uno spazio condiviso e comune, è nata dalla volontà di destrutturare il concetto di residenza stessa, ricreando una dimensione di scambio, riflessione, discussione in un’epoca che nessuno è ancora in grado di definire né di percepire in toto, ma che necessita di essere indagata e re-immaginata, anche nel qui e ora.
Se, in prima istanza, “dimora” è casa, rifugio, permanenza in un luogo, etimologicamente è intesa anche come indugio, attesa, ritardo. “Mettere a dimora” rimanda al campo semantico della botanica, al collocare una pianta nel terreno, farla radicare, nutrirla, crescerla. È un termine sfumato e cangiante, non assertivo, che conduce, da un lato, al radicarsi e che, dall’altro, autorizza alla provvisorietà, al tentennamento, al tempo perso e riconfigurato: appare, allora, la migliore ipotesi per tentare di descrivere – e realizzare – un progetto di residenza d’artista in uno scenario straniante come quello dell’isolamento e del distanziamento fisico.
I partecipanti prendono parte a workshop online di gruppo, creati ad hoc da professionisti del mondo dell’arte e della cultura, per sviluppare diversi temi in grado di proporre interrogativi sul presente. Alcuni incontri tra quelli proposti agli artisti, inoltre, sono liberamente accessibili online.
Il pubblico può seguire il processo in corso grazie a un sito web dedicato che funge da contenitore, da diario di bordo, da casa. Nel sito di DIMORE vengono presentati i materiali e i contenuti multidisciplinari raccolti, analizzati e prodotti dagli artisti e dalle artiste, dalle curatrici e dai tutor nel corso della residenza online.
DIMORE – residenze d’artista online è un progetto pensato e ideato per sostenere la formazione e la ricerca di giovani artisti under 35 realizzato grazie al supporto della Regione Veneto nell’ambito del Piano di Interventi in materia di Politiche Giovanili DGR n.1675 del 12/11/2018, progetto “Costruire cultura 2”.
Il progetto, in origine, prevedeva l’organizzazione di una serie di residenze, Artists in context, da realizzare in uno spazio pubblico. Considerate le misure per Covid-19 è stato riconfigurato proprio il contesto d’azione su cui il progetto originario voleva intervenire. La riconversione a progetto di residenza online ha confermato l’obiettivo di promuovere processi di crescita professionale in grado di stimolare e favorire percorsi di ricerca artistica virtuosi, innovativi e stimolanti.
Gli artisti
Le artiste e gli artisti invitati sono stati selezionati dal team curatoriale sulla base di una serie di collaborazioni precedenti già realizzate con l’area Creatività dell’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova.
Ciascun artista, tramite la propria ricerca, indaga la complessità del contemporaneo attivandosi come attore politico, contribuendo al dibattito sulle trasformazioni relative al contesto sociale e culturale nel quale si muove, estendendo il raggio d’azione al tempo e allo spazio universali. Attraverso i propri lavori, genera riflessioni sul senso dello stare, dell’agire, dell’abitare il mondo.
Il progetto di residenza è uno strumento ulteriore per proseguire con le riflessioni emerse nei percorsi di ricerca personali, dando loro nuova linfa vitale in virtù del periodo attuale e attraverso la collaborazione dei tutor ospiti.
Daniele Costa
1992, Castelfranco Veneto
La sua ricerca si focalizza sulla conoscenza del corpo umano in due direzioni di introspezione personale. Da una parte, il funzionamento interno del corpo umano, basata su approfondimenti medico-scientifici, dall’altra, la singolarità umana, la conoscenza dell’individuo in rapporto alla sua storia, al suo mondo e alla sua persona.
Nicolò Masiero Sgrinzatto
1992, Este. Vive e lavora a Padova.
Costruisce macchine e oggetti indisciplinati atti ad aprire o estendere la capacità di risposta ad un sistema.
Alessio Mazzaro
1985, Dolo
Artista visivo, performer e ricercatore di storie.
Dopo gli studi di Ingegneria Ambientale, si laurea in Arti Visive allo IUAV e prosegue gli studi di performance con Claudio Tolcachir, La Veronal e Claudia Castellucci (Biennale Teatro e Biennale Danza), e con Danae Theoridou (WORKSPACE BRUSSELS).
Eleonora Reffo
1997, Padova. Vive e studia a Milano.
Nel 2019 ha conseguito il diploma triennale in Pittura e Arti Visive presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, di Milano. Attualmente frequenta il Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali, presso lo stesso istituto.
Gianna Rubini
1993, Vicenza. Vive e lavora a Milano
Laureata in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, diplomata come ballerina alla Royal Academy of Dance; attualmente sta completando un master in Graphic Design. Nel 2018 è co-fondatrice dello studio/spazio indipendente Il Salotto e, dal 2016, coreografa e performer per Teatro della Cenere.
Annalisa Zegna
1990, Biella
Artista e ricercatrice che lavora con linguaggi visivi e performativi, concentrandosi su esperienze collettive e pratiche collaborative. Sviluppa progetti artistici immersi nell’esperienza quotidiana a partire dalla specificità di diversi contesti socio-geografici.
I tutor
I tutor invitati sono professionisti del mondo dell’arte e della cultura e hanno il compito di accompagnare il gruppo di artisti nel processo di ricerca e discussione che si svolge durante la residenza.
Ogni tutor lavora con gli artisti per un capitolo della durata di due settimane, periodo in cui affronta un tema specifico, vicino al proprio percorso di ricerca e agli interrogativi sul tempo che stiamo vivendo.
[La lista dei tutor è in aggiornamento]
Elena Mazzi
Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), dopo gli studi presso l’Università di Siena e lo IUAV di Venezia, ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art (Konsthögskolan) di Stoccolma.
Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nell’intento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi.
Pietro Gaglianò
Critico d’arte e curatore, ha approfondito la conoscenza della cultura visiva prediligendo un’analisi sulla linea delle libertà individuali, delle estetiche del potere, della capacità eversiva del pensiero critico e del lavoro artistico.
I suoi principali campi di indagine sono i sistemi teorici della performance art; il contesto urbano, architettonico e sociale come scena delle esperienze artistiche contemporanee; i temi e i processi della pedagogia radicale e libertaria.
Babilonia Teatri
Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk.
I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico, sorta di litanie scolpite nelle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle. Hanno indagato diverse angolazioni della vita di provincia, cristallizzandola come microcosmo di un dolore universale, affrontato con coraggio dissacrante. Coraggio che è valso al gruppo il prestigioso Leone d’argento della Biennale di Venezia.
Emanuele Coccia
Emanuele Coccia è un filosofo italiano che vive a Parigi, dove insegna all’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS), una delle più importanti scuole di scienze umane contemporanee.
A partire da studi su Averroè e l’averroismo, la sua ricerca si è rivolta allo statuto ontologico delle immagini e al loro potere normativo, e all’indagine sulla natura del vivente.